venerdì 9 febbraio 2018

Gismondi: basta ipocrisie, si affronti la questione immigrazione



Comunicato integrale

Guardo il piccolo della città che ho amministrato per quasi cinque anni, Montegranaro, e vedo la realtà italiana riflessa nei fatti che vi accadono. È una realtà pericolosa, in cui chi ha il potere delle decisioni è annichilito dalle ideologie e dal tornaconto politico. Il problema della legalità si fa sempre più serio e le Istituzioni sembrano sempre più inadeguate o, forse, non interessate a dare una risposta. Anzi, fioccano dati che vorrebbero tranquillizzare l’opinione pubblica su presunti cali dei crimini, cali che la gente comune non vede, anzi, ha la netta percezione del contrario.
L’ultima notizia che arriva da Montegranaro riguarda l’ennesima rissa tra extracomunitari. È una cosa alla quale rischiamo di abituarci, tanto frequentemente accade, e si unisce ad atti criminali di ogni genere, dallo spaccio al furto, dai danneggiamenti ai taglieggiamenti, per tacere di intere zone del paese, vedi il Campo dei Tigli inaugurato da poco, in mano a bande di ragazzini stranieri che ne impediscono l’uso alla comunità tra minacce e violenze. In tutto questo c’è l’immobilismo delle istituzioni, il silenzio complice, il fare finta di niente.
Le forze dell’ordine sono impotenti: le loro azioni vengono puntualmente neutralizzate dalle leggi che rimettono in libertà delinquenti conclamati e, per quanto si adoperino i nostri Carabinieri per tutelare la sicurezza, Montegranaro, specchio dell’Italia, diventa ogni giorno più pericolosa. Ma piazza Mazzini tace, ci sono le telecamere e tanto basta.
Se in Italia serve un’azione politica seria che inverta la tendenza e che impedisca che pazzi criminali come il Traini di turno possano armarsi, in un attimo di follia, e sparare sulla folla (e di personaggi come questo ne abbiamo in quantità), nel piccolo del nostro paese serve attenzione, serve la richiesta di controllo, serve la pressione sulle istituzioni superiori affinchè si mettano in campo tutti i mezzi per rendere Montegranaro più sicura. Certamente non serve il silenzio o il trincerarsi dietro in sistema di videosorveglianza che, quandanche funzionasse (e spesso pare non funzioni) è comunque solo una parte della soluzione, certamente non la soluzione.
La convivenza pacifica con lo straniero è possibile solo quando ci sono regole certe che tutelino tutti, straniero compreso, e quando queste regole vengono fatte rispettare. L’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale, coi suoi silenzi e con l’assenza di qualsiasi azione protettiva della comunità, rispecchia in pieno quello del governo nazionale. In questo modo andiamo dritti verso il baratro.


Gastone Gismondi

Elenco scrutatori rivisto senza pubblicizzazione. Gismondi accusa: si favoriscono gli amici?



Comunicato integrale

Nelle campagne elettorali si assiste e si ascolta di tutto. Nei paesi ove la democrazia è debole, molto spesso sono gli operatori dell’OCSE che certificano la regolarità delle elezioni. Montegranaro, probabilmente per i deficit di bilancio denunciati dall’assessore Basso, che ha speso più di 1 miliardo delle vecchie lire per il solo marciapiede di viale Gramsci, non può permettersi il soggiorno degli ispettori OCSE. Per certificarsi che le elezioni siano garantite da standard a loro più consoni, si sono inventati che i circa 750 richiedenti la partecipazione alle operazioni di voto come scrutatori dovessero, per così dire, confermare entro il 31/01/2018 la richiesta espressa nell’ottobre scorso, secondo i termini di legge. Non mi risulta ci sia una norma che richiede tale ulteriore conferma, né, tanto meno, è stata comunicata agli interessati al momento della prima iscrizione e/o magari con un comunicato stampa o all’Ape Ronza.
Il messaggio quindi è stato diffuso probabilmente con la formula del passaparola tra gli amici degli amici. Questo ha ridotto di molto i contendenti e sicuramente il concentrato che se ne è ricavato lascia pensare ad una forte presenza di amici. L’operazione di chiara matrice oscurantista, lascia dubitare che nei seggi saranno collocati, per così dire, personaggi selezionati, meglio se con la tessera del PD. Se questo è vero, c’è da aspettarsi che alcuni seggi, i cui presidenti, nominati dalla corte di appello, ma classificati come simpatizzanti di forze avversarie, saranno caratterizzati da scrutatori, con caratteristiche più consone all’amministrazione.
Insomma, un clima di sospetti, innescati da una politica oscurantista. La tanto proclamata trasparenza si infrange su una sete di potere che sacrifica pure le buone intenzione di quanti, per rendere un servizio al paese, erano disposti a sacrificare trenta ore della loro vita per un compenso da fame. Come si può chiedere ai giovani di dedicarsi alla politica, di mettersi al servizio della collettività, quando le istituzioni sono cosi voraci da esercitare potere sino alle briciole? Che speranza, cosa dire a quei tanti concittadini che hanno presentato richiesta secondo la legge e non sanno nemmeno che la loro richiesta non è stata presa in considerazione perché nessuno ha detto loro che dovevano confermare entro il 31 gennaio 2018? Se non è una norma di legge si dica ai cittadini chi l’ha scritta, chi l’ha firmata, soprattutto si chieda scusa, si diano le stesse possibilità a tutti perché prima siamo cittadini, poi amici, e non il contrario.

Gastone Gismondi

Una tranquilla serata di paura in casa propria a Montegranaro. Serve una soluzione politica.



Ieri sera, mentre ero a casa con la famiglia a guardarmi Sanremo, abbiamo sentito in strada dei rumori strani, poi delle urla. Mi sono affacciato e ho visto che stava iniziando una rissa tra Marocchini. Se le sono date di santa ragione, con bastoni e mazze, hanno spaccato vetri, rotto vasi, imbrattato la strada di sangue. Si sono picchiati per quasi un’ora, finchè non sono arrivati i Carabinieri che avevo chiamato e hanno finalmente sedato gli animi e portato via il più facinoroso, se ho ben capito con un TSO. Nel frattempo siamo rimasti in casa, perché finire lì in mezzo non sarebbe stata una bella cosa e perché ormai, nel centro storico di Montegranaro, noi Italiani siamo un’etnia minoritaria e dobbiamo starcene buoni.
Non è la prima volta che accade, anzi, è solo l’ultima di una lunga, interminabile serie di eventi simili che stanno rendendo la vita nel centro storico di Montegranaro molto dura agli Italiani. Io, francamente, sto pensando di andarmene, di gettare la spugna: la situazione non è più sostenibile. Ma quella è la mia casa, la casa della mia famiglia da generazioni. La casa da cui sono usciti questi individui per picchiarsi per strada e sbattere le loro mazze contro i muri della mia, era di Gioconda e Sesto, quella accanto era di Ivetto, tutta gente che ricordo bene, quando ero piccolo e quanto, nel centro storico di Montegranaro, vivevamo a porte aperte, non avevamo nemmeno idea di poter aver paura scendendo in strada.
Ora sarebbe facile cominciare a sbraitare, a parlare di violenza, di decisioni drastiche, di giustizia fai da te dato che lo Stato ci ha ridotti così con l’assenza di regole, con il permissivismo, il lassismo, con l’ideologia che ha sostituito la ragione e il profitto sulla pelle degli altri che ha sostituito il bene comune. Ma io non sono così, chi mi conosce lo sa. Ben inteso: anche io voglio che chi si comporta in questo modo venga cacciato dal mio Paese. Ma per farlo occorrono regole certe e giuste, che tutelino gli onesti, quelli che, tra gli immigrati, si sforzano di integrarsi e cercano di crearsi un futuro tra noi, al nostro fianco. Ma chi, invece, distrugge sistematicamente la nostra società deve essere rimosso, come si rimuove un brutto male.
Mentre a casa mia eravamo barricati nel nostro piccolo orrore domestico, a Macerata fascisti e comunisti (che poi dimostrano sempre di più di essere sostanzialmente la stessa cosa) si menavano, gli uni per cacciare indiscriminatamente tutti gli stranieri, gli altri per difenderli indiscriminatamente tutti. La ragione, come sempre, sta in mezzo.
È per questo che ho deciso, dopo averci pensato per tutta la mia notte insonne, di scrivere su questo fatto dopo aver pensato di non farlo per non soffiare ulteriormente su questo fuoco di violenza generato da irresponsabili. Ho deciso di parlarne perché credo che sia necessaria una soluzione razionale. Occorre prendere atto che il problema c’è, esiste e va risolto. E chi fa le regole, chi le farà dopo il 4 marzo, deve impegnarsi perché questa soluzione si trovi, e perché sia una soluzione che tuteli i miei diritti e quelli dell’immigrato che lavora e non crea problemi. Serve una soluzione che restituisca all’Italia e agli Italiani la serenità perduta, garantendo i diritti ma rimanendo implacabile con chi non rispetta le regole. E per farla non servono le pagliacciate violente come quella di Macerata di ieri o come quella che presumibilmente si svolgerà sabato: serve usare la ragione, non le mani. Però è ora di risolverlo questo problema, altrimenti di Traini ce ne saranno altri, e sarà colpa della politica e degli imbecilli che si azzuffano per l’ideologia.

Luca Craia