sabato 10 febbraio 2018

Il Sindaco in villa e i cittadini in mezzo alle risse. Va tutto bene a Montegranaro



Io mi rendo conto che chi vive in una villa recintata abbia une percezione della sicurezza diversa da chi, invece, vive in un appartamento di condominio o in una casa del centro storico. In effetti è ben difficile che a chi vive in una villa recintata possa capitare di affacciarsi alla finestra e assistere a una rissa tra Marocchini, oppure di uscire dal portone e trovarsi tra due stranieri che se le danno di santa ragione. Non so se al Sindaco di Montegranaro, che vive in una bella villa recintata, sia mai capitato di attraversare a piedi il Campo dei Tigli, magari nel tardo pomeriggio, o di trovarsi a passare da sola, di notte, tra i vicoli del centro storico, o dalle parti delle case popolari di Santa Maria, o nella zona di via Magenta. Ho l’impressione che questa esperienza manchi al nostro Sindaco e sono contento per lei, ma mi dispiace un po’ per me perché credo che un Sindaco dovrebbe calarsi nei panni dei cittadini che amministra e capirne i problemi.
Ediana Mancini oggi parla di diminuzione dei reati ma, come al solito, non ci fornisce i dati. Dobbiamo fidarci. Ma anche fosse vero che il numero dei reati denunciati è in diminuzione, rimangono quelli non denunciati, i piccoli soprusi, il senso di pericolo che tanti Montegranaresi sentono e che spessissimo mi segnalano tramite il blog o la pagina Facebook. Evidentemente al Sindaco non li segnalano oppure il Sindaco non li ascolta. Chissà.
Il punto, però, è che così non risolviamo nulla. Se il nostro Sindaco è convinto che a Montegranaro vada tutto bene, sarà davvero difficile che possa prendere misure per risolvere problemi di cui ignora (o nega) l’esistenza. E questo è preoccupante perché, vedete, a Montegranaro non va tutto bene. Ci sono risse frequenti, risse in cui potrebbe finire suo malgrado un ignaro passante. Ci sono zone del paese in cui è meglio non andare. Si spaccia droga a Montegranaro, anche tanta, vengono da fuori a fare compere da noi. Non so a quale periodo storico il Sindaco si riferisca quando parla di diminuzione dei reati, ma io ricordo una Montegranaro in cui reati proprio non ce n’erano e vorrei tornare a quella Montegranaro lì. Ma certo che, se siamo convinti che vada tutto bene, la situazione non migliora di sicuro. Non da sola.

Luca Craia

venerdì 9 febbraio 2018

La manifestazione autorizzata, la capitolazione dello Stato.



Paura. Non può esserci altro dietro l’incoerente autorizzazione per la manifestazione di domani. Paura di non essere in grado di far rispettare la regola imposta, paura di non riuscire a mantenere l’autorità. Paura e sottomissione, perché domani, ricordiamolo, sfilano coloro le cui idee sono rappresentate dal Governo o, meglio, è sempre più il caso di dirlo, dal regime. L’incoerenza di decisioni prese e revocate toglie autorevolezza e credibilità alle istituzioni e crea un precedente pericolosissimo. E questa è l’ennesima dimostrazione del vortice involutivo che ha investito il nostro Paese, una china rischiosissima che potenzialmente apre scenari apocalittici per libertà e democrazia. Spaventoso.

Luca Craia

Autorizzata la manifestazione di domani. Macerata non è razzista. A che serve la manifestazione? Chi si assume la responsabilità? La morte della dialettica a favore dello scontro fisico.



È stata autorizzata la manifestazione delle sinistre di domani, a Macerata. Incomprensibilmente, perché si è creata una disparità di trattamento con quella di Forza Nuova, incondivisibile ma con gli stessi diritti. Il precedente è grave e difficile da spiegare. Ma ragioniamo su domani.
Democrazia. Una parola abusata, vilipesa quando utilizzata impropriamente per definire azioni che di democratico nulla hanno se non la definizione forzata che gli si dà. Cosa c’è di democratico nel prendere d’assedio una città, bloccarne la vita, la libertà dei cittadini, metterne a rischio l’incolumità? Cosa c’è di democratico nell’accusare una città intera immotivatamente, nel metterla sotto i riflettori, alla berlina del mondo intero?
Macerata non è razzista, non lo è mai stata. Macerata è una città aperta, dalle vedute ampie, dall’accoglienza piena, abituata ad essere punto di riferimento culturale, luogo di incontro e di scambio. A Macerata sono avvenuti due episodi orribili, commessi da persone evidentemente ben identificate che non possono rappresentare null’altro che se stessi. Perché come è vero che, se un Nigeriano fa scempio del corpo di una ragazza, non possiamo accusare tutti i Nigeriani dello stesso crimine, così se un esaltato si arma e spara con motivazioni xenofobe, è ingiusto e ignobile tacciare di xenofobia l’intera cittadinanza di Macerata. Ma è questo quello che si sta facendo.
A cosa serve la manifestazione di domani? Cosa si vuole dimostrare? Cosa si vuole combattere? Un razzismo che non c’è, non esiste, ed è vergognoso solo pensare che Macerata sia razzista, che a Macerata esista un problema di xenofobia. Ed è irresponsabilmente pericoloso costringere una città a chiudersi in se stessa, a rinunciare alle lezioni scolastiche, alla normale circolazione dei mezzi pubblici, indurre i commercianti a valutare se tenere aperta la loro attività rischiando di subire danni o chiuderla rinunciando a un sabato di leciti profitti. Tutto questo per cosa? Per dimostrare cosa?
La lotta al fascismo. La lotta tra ideologie, sembra cosa d’altri tempi. Invece ci sono ancora persone che pensano di imporre la propria idea con la forza, con lo scontro fisico, andando a una manifestazione dell’avversario per impedirla o facendone un’altra per dimostrare che si è più forti. La lotta politica spostata dalla dialettica al piano fisico. Questa è la morte della democrazia, dei principi stessi che dovrebbero muovere quella sinistra, o sedicente tale, democratica e che la mette al pari dell’antagonista, confusi e accomunati dalla stessa ottusità.
Speriamo non accada nulla domani a Macerata, e che si assista a una pantomima, per quanto inutile, almeno innocua. Ma qualora accadesse qualcosa, la responsabilità morale e materiale sarebbe enorme. E in ogni caso, tutto questo segna l’involuzione della politica, un pericoloso ritorno al passato, un passato che ha già prodotto lutti infiniti all’Italia.

Luca Craia