Ha
cominciato il Sindaco di Porto Sant’Elpidio, Nazareno Franchellucci che,
reputando giustamente che la cospicua presenza di prostitute sulle strade del
paese che amministra sia un problema da risolvere, ha invitato chi si imbatte
in contrattazioni stradali che non siano sul prezzo delle arance di Sicilia e
affini, a fotografare cliente e venditrice (diciamo così) e postare il tutto
sui social network. Peccato che il tutto sia penalmente perseguibile e che un Sindaco
che inviti i cittadini a comportamenti illegali sia quanto meno curioso e
comunque censurabile.
Nazareno Franchellucci (foto Pasqualino Ercolani) |
Dopo
essersi meritato l’interessamento di Giuseppe Cruciani, conduttore del
programma di Radio 24 “La Zanzara” noto per il suo fiuto per notizie-escremento
nelle quali sguazza svolazzando con un moscone nero, ora Franchellucci può
godersi la netta e ferma presa di posizione del Consigliere Comunale socialista
Luciano Vita che si prende una buona mezza pagina del Corriere Adriatico per
fare il pippotto al suo Sindaco. Pippotto, per altro, condivisibile per una
buona parte, quando Vita si lancia sull’analisi dell’opportunità di rivedere la
legger Merlin e di regolamentare un problema che non è, a quanto pare,
risolvibile con azioni di forza.
Luciano Vita |
Alla fine però il nostro fustigatore degli
italici costumi, inquinati, secondo lui, da troppo cattolicesimo e moralismo,
si lancia in un doppio salto mortale carpiato e definisce il mestiere più
antico del mondo come un “servizio sociale per i tanti che hanno difficoltà a
relazionarsi”. Pare lodevole il suo interessamento e la sua preoccupazione per
quegli “individui più in difficoltà a relazionarsi con i propri simili” messi
in questa condizione, udite udite, dalla “evoluzione tecnologica, le nuove professioni e mestieri,l’insicurezza di
reddito e di lavoro” che avrebbero “hanno ampliato il disagio sociale”. Da qui
la necessità di andare a puttane.
Un’analisi che meriterebbe una
laurea honoris causa in sociologia, non fosse per le povere prostitute che, per
quel che si sa, non sono più quelle nobili professioniste cantate da De Andrè
ma, per la maggior parte dei casi, sono giovanissime vittime di organizzazioni
criminali che le sfruttano con un sistema che sfiora quando non super la
definizione di schiavismo. Ma si sa, siamo in campagna elettorale, e quale
occasione migliore di questa per allinearsi al trend nazionale e dire la
propria incommensurabile puttanata?
Luca
Craia