mercoledì 14 marzo 2018

Alemanno verso le dimissioni. E la desertificazione programmata continua.

È una vessazione continua quella che devono subire i Sindaci delle città e dei paesi terremotati, una vessazione condotta sapientemente da organi stessi dello Stato al fine di scoraggiare qualsiasi iniziativa e portare le aree interne del Centro Italia verso una desertificazione programmata da tempo e aiutata fortuitamente dal terremoto che ne ha accelerato esponenzialmente i tempi. 
Il caso di Nicola Alemanno, Sindaco di Norcia, colpito da avviso di garanzia per presunte irregolarità nella costruzione del centro polifunzionale cittadino "Boeri", una struttura temporanea a sostegno dell’economia locale e in procinto, a quanto pare, di dimettersi, è emblematico. Nel momento in cui servirebbe, in mancanza di normative certe e serie, almeno la ragionevolezza e la tipica italica elasticità, applicata in molte occasioni tranne che quando serve alla popolazione, scatta la mannaia della Magistratura sul capo di un Sindaco che, pur avendo commesso numerosi errori, sta comunque cercando di togliere dal pantano burocratico il territorio terremotato che amministra.
È una situazione diabolica: da un lato una normativa farraginosa e contraddittoria, dall’altro una magistratura incapace di comprendere come si stia tuttora in una situazione di emergenza; poi c’è un Ente Parco inutile e dannoso, specie in questo frangente e c’è una politica nazionale, applicata tramite un Commissario per la Ricostruzione (che non c’è) menzognero e inadeguato, che lavora in senso contrario alle reali necessità del territorio e della popolazione.
In mezzo ci sono i Sindaci, che rischiano quotidianamente avvisi di garanzia e conseguenze penali anche pesanti, il che porta alcuni a rimanere immobili e fare il nulla per non assumersi responsabilità ulteriori, e altri a muoversi e rischiare, per poi essere prontamente bloccati da provvedimenti che nulla hanno di costruttivo e certamente non vanno in aiuto alla ricostruzione e al ritorno della normalità. Ed è sempre più evidente come ci sia un disegno dietro tutto questo, altrimenti tanta incapacità diffusa e persistente non si spiegherebbe.

Luca Craia

Trattamento antilarvale per le zanzare. Si fa a marzo, non ad agosto.



Nella foto: l'impavido assessore intento nella caccia alla zanzaratigre col lazo.


Tutti gli anni il Comune di Montegranaro, dopo ripetute e ormai rituali sollecitazioni, provvede a effettuare i trattamenti antizanzara in tarda estate, generalmente a fine luglio o addirittura agosto, quando già le vittime delle punture hanno smesso di contare le bolle e si sono rassegnate a fare da cibo ai poco simpatici insetti. Quest’anno vorrei cominciare prima a rompere le scatole in anticipo segnalando all’assessore preposto che il trattamento antilarvale va effettuato a marzo, altrimenti non serve a niente. Da aprile in poi, invece, si deve cominciare a trattare gli esemplari adulti. Quindi, se l’assessore Bassoquelloalto, che immagino impegnatissimo fin d’ora nel preparare nuove mirabolanti scene per Veregra Street e magari qualche nuova danza, volesse per un attimo occuparsi anche di materie che competono al suo ufficio, credo che guadagnerebbe la gratitudine di quei cittadini vessati da zanzare tigre, tafani, zanzare autoctone e succhiasangue vari. Tutto sommato, non ci dovrebbe volere tanto, solo la voglia, credo.


Luca Craia

Ennesimo Marocchino spacciatore arrestato. “Ben conosciuto” dai C.C. E che ci faceva in Italia?

Corriere Adriatico del 14/03/2018
Circola da ieri la notizia dell’arresto di un ventisettenne di nazionalità marocchina ma residente a Montegranaro, trovato in possesso di un certo quantitativo di cocaina. Ovviamente è doveroso fare un plauso all’opera dei nostri Carabinieri che incessantemente conducono una lotta ferratissima alla criminalità che sta attanagliando il nostro paese un tempo tranquillo.
Il fatto, l’ennesimo, comunque testimonia come a Montegranaro (come altrove, del resto) ci sia un enorme problema di criminalità radicalizzata all’interno della comunità magrebina, nella quale, pur essendoci tantissime brave persone che lavorano onestamente e cercano di integrarsi nel nostro tessuto sociale, si nascondono criminali della peggior specie e anche teppistelli da quattro soldi. Basti notare quanti ragazzi magrebini si siano procurati un cane di indole aggressiva, pitbull prevalentemente.
Le notizie che arrivano quasi quotidianamente disegnano un quadro in cui, con ogni evidenza, lo spaccio della droga è fermamente in mano a personaggi stranieri di origine magrebina e questo è un dato sul quale occorre ragionare senza trincerarsi dietro le solite ipocrite barriere ideologiche, anche perché questi delinquenti danneggiano prima di tutto i loro connazionali integrati e onesti.
Mi auguro che, almeno in città, si apra un dibattito per analizzare questa situazione e trovare le soluzioni che la legge consente di applicare, in modo di poter tornare a una certa tranquillità che possa assomigliare a quella di un tempo, della cui perdita non possiamo e non dobbiamo farci una ragione. Auspico quindi che le forze politiche e sociali montegranaresi prendano l’iniziativa di aprire un confronto su questo tema per portare delle proposte anche da inserire nei programmi elettorali per le prossime votazioni amministrative del 2019.
Il problema, però, è dato dalla legislazione vigente. Tutti i giornali parlano di questo personaggio arrestato come di un individuo “ben conosciuto” dalle forze dell’ordine. Da qui le domande che, per quanto scontate, sono legittime: se era ben conosciuto, cosa ci faceva ancora a piede libero? Cosa ci faceva ancora in Italia? Sono domande che potrebbero e dovrebbero trovare risposte politiche dal nuovo Parlamento che si dovrà insediare a giorni, sempre che, per i soliti giochetti prodotti da una classe politica inadeguata e perniciosa, non si debba tornare al voto a breve.
In Italia chi delinque deve essere punito ma, se a delinquere è uno straniero, questi deve essere espulso immediatamente e fisicamente dal suolo nazionale. Le leggi in vigore, scritte sempre in bilico tra ipocrisie ideologiche e morali pseudo religiose, non lo consentono. È ora che i cittadini chiedano a gran voce a chi ci governerà che si metta mano a questa situazione per risolverla, perché è anche attraverso provvedimenti seri in questo senso che passa la sicurezza dei cittadini.
Ma a livello locale cosa si può fare? Ricordo la Sindaco di Montegranaro imbestialita perché un Marocchino aveva sradicato gli alberelli di Natale di viale Gramsci, tanto arrabbiata da prometterne la cacciata dai confini comunali. La cosa, naturalmente, non è avvenuta, anche perché, in quel caso, non si configurava certo un reato grave. Ma di cittadini che commettono reati gravi ce ne sono molti, uno è quello di cui stiamo parlando, un altro è stato arrestato circa una settimana fa. Per questi forse si può fare qualcosa. Perché non farlo?


Luca Craia