venerdì 16 marzo 2018

Giardino in piazza rinviato per previsto maltempo. Meglio così.



Non ci sarà la nevicata annunciata con tanta enfasi da diversi terroristi meteorologici che scorrazzano per il web, ma le previsioni per questo fine settimana sono comunque pessime e parlano di piogge e temporali. Ha fatto bene, quindi, il Comune di Montegranaro a rimandare l’iniziativa “Giardino in piazza” prevista per domani e dopodomani per inaugurare la primavera. In effetti, venisse davvero la buriana prevista, sarebbe un bel pasticcio con tutti i fiori e le piante sparse in piazza Mazzini. Meglio essere prudenti, quindi, e rimandare. È confermata, invece, la tradizionale fiera di San Giuseppe in cui la gestione è degli stessi espositori che, qualora dovesse piovere forte, avranno modo di cavarsela ma ai quali non sarebbe giusto impedire di lavorare per una previsione che potrebbe anche rivelarsi infondata. Confermato anche il concorso Miss Suocera che si tiene al chiuso del teatro La Perla.
Dal mio punto di vista, nonostante la delusione che immagino per l’assessore e gli organizzatori, è andata meglio così. Come avevo già detto, reputo l’iniziativa buona e importante nell’ottica del rilancio del centro storico di Montegranaro, in quanto portare gente in centro è sempre un fatto positivo e aiuta a mantenerlo in vita. Ma organizzare un evento come questo in concomitanza con la fiera che, comunque, richiama gente da sempre, equivale a uno spreco, a un’occasione mancata. Rimandandola avremo un’ulteriore pretesto per fare un giro nel castello e magari riscoprirne gli angoli più caratteristici, prendendo forse consapevolezza che è un bel posto e che vale la pena salvarlo, non lasciarlo morire come si è fatto finora.
In ogni caso, tutto è rimandato al 28 e 29 aprile, e speriamo nella clemenza del tempo.

Luca Craia

La provincia e l’autovelox: pasticciare coi soldi del cittadino. A che pro?



È un comportamento assurdo quello della Provincia di Fermo circa quanto sta accadendo dopo l’installazione dell’autovelox al posto del tutor lungo la provinciale “Mezzina”. Dopo la valanga di ricorsi, tra i quali quelli già trattati dal Giudice di Pace sono stati tutti accolti, l’Amministrazione Provinciale, come riportato stamane da Il Resto del Carlino, ha deciso di impugnare le sentenze e di fare ricorso. Un aggravio di spesa importante per l’Ente che, dovesse di nuovo soccombere anche il secondo grado, andrebbe a sborsare cifre considerevoli, con un evidente danno all’erario e, quindi, alle tasche dei cittadini.
A questo punto sarebbe stato più logico e diligente ammettere l’errore e tornare all’antico, ossia al vecchio tutor che non aveva creato alcun problema e certamente era molto più efficace in termini di sicurezza, rimanendo decisamente meno vessatorio nei confronti dei cittadini. Una storia che vede la Provincia muoversi male, con le idee poco chiare, con provvedimenti raffazzonati, cartelli dipinti a mano che non rispettano la normativa.
Ora, impugnando le sentenze, sembra quasi che ci si voglia incaponire per difendere una posizione che sembra decisamente indifendibile, da qualsiasi angolazione la si guardi. Tanto paga Pantalò, finchè paga.

Luca Craia

Stroncato fiume di droga, ma per quanto tempo? Un mese e ripartono da capo.



I giornali titolano in maniera tranquillizzante: stroncato fiume di droga dalla Campania. In effetti le Forze dell’Ordine hanno svolto un lavoro encomiabile interrompendo un flusso di sostanze illegali che veniva ad alimentare il fiorente mercato locale. Ci sono stati numerosi arresti ed è presumibile che questo sistema sia stato smantellato. Ma per quanto tempo?
L’opera di Carabinieri e Polizia è troppo spesso inficiata da quello che accade dopo: delinquenti che tornano in libertà troppo presto e troppo facilmente, messi nella condizione di tornare tranquillamente a delinquere. È la bassa manovalanza, ben inteso, ma senza questa manovalanza la criminalità organizzata che gestisce il tutto dall’alto non potrebbe operare. E i giornali non titolano quando questi piccoli ma pericolosi delinquenti escono di galera dopo pochi giorni. Ed è lì che si ricomincia.
Ci sono pregiudicati con una sfilza di reati alle spalle che sembra la lista della spesa per il pranzo di Natale, arrestati per l’ennesima volta in flagranza di reato e di nuovo liberi, per quanto agli arresti domiciliari, dopo un paio di settimane. È logico pensare che questi individui non vadano a cercarsi un lavoro, non si impegnino per un reinserimento sociale concreto, non smettano affatto di delinquere. E presto saranno di nuovo arrestati, magari facendo correre rischi enormi agli uomini delle Forze dell’Ordine per poi essere liberati di nuovo.
È questo il sistema italiano, un ipergarantismo che ha portato le nostre città e i nostri paesi, fino a poco tempo fa oasi di pace e tranquillità, a essere luoghi insicuri e a volte pericolosi. Credo sia il momento di invertire questa tendenza.
                                      
Luca Craia