sabato 17 marzo 2018

Regolamento case popolari: non diventi scontro elettorale



Sono piuttosto colpito dalle parole di Gastone Gismondi pubblicate oggi su Il Resto del Carlino. Gismondi, sostanzialmente, si smarca dal tavolo che dovrebbe trattare la riforma del regolamento di assegnazione degli alloggi popolari che si è riunito l’altro ieri dichiarandone la sostanziale inutilità in quanto la questione dovrebbe essere gestita dalla prossima amministrazione comunale. Credo che sia un grave errore abbandonare la discussione in questo momento perché, per giungere a un regolamento utile ed equo, è necessario un lavoro lungo, una discussione articolata e un’ampia condivisione. 
Se invece la questione diventa di pura natura elettorale, temo che si arrivi alla prossima scadenza con un nuovo nulla di fatto, il che segnerebbe davvero la fine di ogni speranza per il centro storico di Montegranaro, speranze che sono già al lumicino. Fare saltare il tavolo, già problematico in sé per le note frizioni tra il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale, sarebbe un atto di scarsa responsabilità nei confronti della città, chiunque ne sia l’artefice, maggioranza o opposizione.


Luca Craia

venerdì 16 marzo 2018

BIOLOGI SENZA SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE: MOZIONE REGIONALE DI FRATELLI D'ITALIA



ELENA LEONARDI: UN ATTO CHE CERCA DI COLMARE UNA LACUNA ED EVITARE IL TRASFERIMENTO DI PROFESSIONISTI DELL'AREA "NON MEDICA" VERSO ALTRE REGIONI

Comunicato integrale

Presentata in Consiglio Regionale una mozione a firma della capogruppo Elena Leonardi sulla situazione, nella regione Marche, dell'assenza di scuole di specializzazione per la cosiddetta "area non medica". Si tratta di corsi di specializzazione del tipo “Patologia Clinica e Biochimica Clinica”, “Microbiologia e Virologia”,  “Genetica Medica”, “Farmacologia e Tossicologia Clinica”, “Scienza dell'alimentazione” e così via. Tutte materie che sono necessarie per formare adeguatamente tecnici di laboratorio e biologi che svolgono tirocini o servizi di vario tipo presso i laboratori analisi regionali.
Il Ministero dell'Università e Ricerca Scientifica già dal 2016 ha iniziato a sollecitare gli Atenei italiani ad attivare tali corsi, diverse Università su tutto il territorio nazionale hanno così seguito la circolare medesima. Per quanto riguarda le Marche parrebbe che tali corsi non siano ancora stati attivati tutti e per il loro accesso sono "abilitati" attualmente soltanto i medici.
Quello che si chiede nella mozione, continua la Vicepresidente della Commissione Sanità, è un impegno a stipulare un'intesa, un accordo, con l'Università Politecnica marchigiana affinchè anche il personale dell'area "non medica" possa avere riconosciuto questo diritto dando seguito a quanto stabilito con Decreto Nazionale.
Inoltre il corso sarebbe comunque oneroso per chi volesse frequentarlo, pertanto esso sarebbe sostenuto finanziariamente dagli stessi soggetti; il vantaggio è che questi professionisti o studenti non dovrebbero più trasferirsi presso i grandi Atenei italiani con un impegno finanziario spesso insostenibile. Si pensi inoltre alla perdita della possibilità di continuare il tirocinio presso il servizio sanitario regionale o presso i centri medici privati regionali marchigiani.
Un vantaggio economico anche per la nostra regione: con il mantenimento di queste figure nel nostro territorio, inoltre ricorda Elena Leonardi, il D.L. n. 502 del 30 dicembre 1992 sancisce l'obbligatorietà del possesso del titolo di specializzazione, anche per i laureati “non medici”, come uno dei requisiti obbligatori per la partecipazione concorsuale al Sistema Sanitario Nazionale.
Ho fiducia nell'accoglimento di questo atto nell'Aula regionale – conclude la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia - perchè il blocco della attivazione delle scuole di specializzazione nei confronti dei soggetti “non medici” sta arrecando un grave danno ai tanti giovani biologi che hanno sempre sognato di poter lavorare nei laboratori del Sistema Sanitario Nazionale.

Case popolari: si comincia a lavorare sul regolamento.



Si è tenuta ieri sera una riunione dei Capigruppo consiliari montegranaresi per discutere il da farsi circa il regolamento di assegnazione delle case popolari, come sollecitato con forza da Arkeo, Il Labirinto e Città Vecchia, preoccupate che l’inserimento di ulteriori cittadini stranieri, evidentemente avvantaggiati dall’attuale normativa, possa acuire l’effetto ghetto già in essere in alcune zone del paese dove esiste una più alta concentrazione di alloggi popolari.
Come si pensava già dalla riunione tenuta circa un mese fa presso la sede di Città Vecchia, a cui presero parte le rappresentanze di tutte le forze politiche cittadine, non è possibile andare ad agire sul bando già pubblicato, pena il rischio di una pioggia di ricorsi. È però perfettamente percorribile la strada della riforma del regolamento vigente, agendo sui criteri di assegnazione dei punteggi. Nel corso dell’incontro di ieri si è cominciata ad abbozzare una modifica al testo in vigore e si è cominciato a ragionare su come muoversi, anche e soprattutto cercando di approfondire non soltanto la legge regionale in materia ma in particolare quella nazionale.
Sono primi passi, piccoli ma importanti perché, se non si può intervenire sul bando in corso, è fondamentale arrivare alla prossima scadenza, che arriverà tra due anni, con un regolamento che consenta di riequilibrare una situazione che, al momento, è fortemente sbilanciata a sfavore dei cittadini italiani e che rischia di innescare all’interno del paese delle sacche di degrado urbano e sociale difficilmente gestibili e sanabili. I responsabili delle tre associazioni promotrici dell’iniziativa, tra cui il sottoscritto, sono soddisfatti di come ci si sta muovendo e auspicano che l’impegno prosegua e porti a risultati il più possibile apprezzabili.

Luca Craia