venerdì 23 marzo 2018

Erogati gli aiuti alle famiglie. Quanti Italiani ne beneficiano?


Il Comune di Montegranaro ha erogato il contributo alle famiglie previsti dalla legge regionale e destinati al superamento delle situazioni di disagio sociale o economico, appunto, delle famiglie. Si tratta di un’erogazione finanziata dalla stessa Regione con una compartecipazione relativamente piccola delle casse comunali. Nella fattispecie a Montegranaro sono stati erogati 17.270,34 Euro di cui 2.878.39 a carico del Comune. Questo denaro verrà ripartito secondo una graduatoria redatta secondo i criteri stabiliti dalla stessa legge regionale che tengono conto della consistenza del nucleo familiare, del suo reddito e di situazioni di disagio che lo stesso nucleo viva.
Sono arrivate ben 62 domande di contributo, delle quali 16 sono state escluse per mancanza dei requisiti richiesti.  Tra quelle accolte, spiccano 6 istanze che necessitano di priorità dovuta al numero elevato di prole, comunque superiore a tre figli. Le altre 40 istanze accolte presentano situazioni di disagio economico o sociale.
Sarebbe però interessante sapere quante famiglie beneficiarie del contributo siano composte da cittadini italiani e quante da stranieri. Il dato aiuterebbe a capire come funziona lo Stato Sociale italiano e se è vero o no che lo straniero abbia maggiori sostegni rispetto al cittadino italiano. Purtroppo il dato non è stato diffuso, ma confidiamo in qualche forza politica che si interessi e ce lo faccia conoscere.

Luca Craia

Il Comune vince la causa CPM. Allora aveva ragione Gismondi a non pagare.


Fa sorridere la dichiarazione trionfale del Sindaco Mancini che annuncia tra squilli di chiarine la vittoria il primo grado nel procedimento giuridico intentato dalla ditta CPM che chiedeva il pagamento di una somma esorbitante per un lavoro che, a quanto pare, non era stato commissionato. Fa sorridere perché, al di là del fatto che dobbiamo esserne contenti perché si sono risparmiate un bel po’ di soldi dei cittadini, circa 200.000 Euro complessivi, il Sindaco e la sua compagine ha sempre fatto leva sulla questione del mancato pagamento e del conseguente debito fuori bilancio causato, a loro dire, dalla passata amministrazione.  
L’ex Sindaco Gismondi ha sempre dichiarato di non aver pagato quanto preteso dalla CPM in quanto non dovuto, perché la ditta avrebbe svolto dei lavori (riparazioni a una cisterna) che, in realtà, nessuno le aveva mai commissionato. La sentenza di cui apprendiamo oggi dice che Gismondi ha detto il vero. In sostanza, Gismondi ha fatto bene a non pagare. Il punto, però, è politico, perché in campagna elettorale la lista Montegranaro Riparti ha basato quasi tutte le proprie argomentazioni su questioni come quella della CPM e oggi, invece, si assume il merito della sua soluzione.
Il merito, invece, spetterebbe a chi, fin dall’inizio, ha evitato di sperperare i soldi dei cittadini ed è stato poi accusato di aver danneggiato le casse del Comune. Evidentemente le casse del Comune non sono state affatto danneggiate, tutt’altro.

Luca Craia

Fosse Ardeatine: le memoria dimenticata



Tra i vari giorni della memoria e del ricordo ne manca uno. Manca un giorno che non è meno importante degli altri, anzi. Manca un giorno che, per noi Italiani, è forse il punto più basso della nostra storia recente, un punto talmente basso che forse proprio per questo motivo tendiamo a dimenticare, a non celebrare. Invece dovremmo tenerlo bene a mente, per non sbagliare in futuro. È un giorno, il 24 marzo 1944, in cui 335 Italiani, ripeto, TRECENTOTRENTACINQUE ITALIANI, civili, innocenti, furono trucidati, massacrati, macellati come bestie dalla barbarie umana, dalla disumanità che si nasconde nella bestia-uomo e che non c’entra niente con la guerra, è solo scatenata dalla guerra, ma è lì, sempre pronta a venire fuori. E furono massacrati anche perché altri Italiani, nel condurre la loro guerra, non si sono fatti scrupolo di rischiare le vite altrui, consapevoli delle conseguenze del loro gesto.
Trecentotrentacinque civili innocenti uccisi per vendetta da soldati che eseguivano un ordine, forse, ma con compiacimento, come gli atti processuali hanno dimostrato. Trecentotrentacinque Italiani uccisi perché altri Italiani avevano ucciso, non in un’azione di guerra, ma in un attentato, consapevoli che, dopo quell’attentato, ci sarebbero stati innocenti a pagare per il loro gesto. È davvero la pagina più brutta della nostra storia recente.
Fosse Ardeatine, le dobbiamo scolpire nei nostri cuori, queste due parole. Le dobbiamo imprimere a fuoco nelle nostre menti. E invece le dimentichiamo. Sì, domani ci sarà la solita paratina di rito, magari il Presidente della Repubblica dirà un paio di ovvietà, squillerà una tromba che suona il “Silenzio”, e poi via, possiamo riporre questa vergogna nel cassetto. Una vergogna per chi ha nostalgia del fascismo e una vergogna per chi non distingue, nella lotta partigiana, il bene dal male. Ci vergogniamo di quei trecentotrentacinque Italiani morti a causa di altri Italiani.
Non ci saranno convegni in ogni paese, non ci saranno incontri culturali sul tema in ogni sala consiliare o biblioteca. Non andranno in giro per l’Italia intellettuali e filosofi a trattare il tema. Faremo passare velocemente la ricorrenza senza sbandierarla troppo se, soprattutto, senza farci troppe domande. Perché la storia a quello serve: a farci fare domande, a noi stesse a chi ha delle responsabilità sociali e politiche. E in questo caso le domande fanno ancora troppo male. Meglio avere poca memoria.
                                      
Luca Craia

Fiabe montane: la spianata per la centrale.

Esattamente un anno fa pubblicai questa fiaba un po' triste e un po' arrabbiata. Rileggerla ora mi fa arrabbiare ancora di più perchè, pur essendo passato un anno, la storia pare scritta ora.
C’era una volta un regno lontano dove regnava il Re Ciliegiolo, vassallo dell’Imperatore Lorenzone il Magnifico. Un giorno al Re venne in mente una bella idea: facciamo un bella centrale per bruciare l'immondizia e produrre energia. Ci facciamo mandare l’immondizia da mezzo mondo e guadagnamo e poi vendiamo la corrente che produciamo. Un colpo di genio. Lo disse al suo consigliere personale, Gessino Del Fabbro che, però, lo sconsigliò: la gente poi si arrabbia, quella roba puzza, fa male, abbiamo bisogno del consenso popolare, se si arrabbia la gente l’imperatore piange e via discorrendo. Così, a malincuore, il Re accantonò l’idea, coltivando segretamente il proposito di ritirarla fuori appena se ne fosse presentata l’occasione.
E l’occasione venne: arrivò un tremendo terremoto che butto giù interi paesi nella zona vicina alle montagne del Regno. E il Re, che non era stupido per niente, capì che quella era l’occasione. Prese tutta la gente che era rimasta senza casa e, invece di dargli una casa nuova, la portò via da quei paesi mezzi crollati e la mise in giro per tutto il Regno, un po’ qua e un po’ là. Più lontana stava, la gente, meglio era, così le persone che si conoscevano da una vita non parlavano tra loro e non circolavano idee strane. In questo modo tutta quella parte del Regno che era stata mezza distrutta dal terremoto rimase quasi senza abitanti, eccetto qualche matto che ancora stava là e protestava. Ma tanto non lo sentiva nessuno.
Così il Re, con la benedizione dell’Imperatore, costruì non una ma tante fabbiche di fumo e veleno, e lo fece proprio al posto dei paesi che il terremoto aveva distrutto. E nessuno protestò perché lì, a protestare, non c’era rimasto nessuno. E tutti vissero felici e contenti, un po’ più avvelenati ma ignari e contenti.
(Questa è una favola, e come ogni favola ha una sua morale. È opera di fantasia, per cui ogni riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale)
                                      
Luca Craia

giovedì 22 marzo 2018

Vulnerabilità sismica. Approvato l’atto di indirizzo per gli studi sulle scuole di Montegranaro.

Con molta calma, senza fretta, senza patemi d’animo, l’Amministrazione Comunale di Montegranaro ha finalmente approvato l’atto di indirizzo con cui si auto-impegna a procedere con gli studi sulla vulnerabilità sismica degli edifici scolastici. Fino a oggi l’unico plesso su cui si era elaborato lo studio era quello di Santa Maria, per il quale, comunque, ancora non si riesca a mettere mano al progetto di adeguamento, tra un ritardo e l’altro.
Ora si impegna il Comune di Montegranaro mettendo a disposizione 124.814,11 Euro per effettuare gli studi. Da lì si dovrebbe poi procedere al reperimento dei fondi necessari per gli eventuali e molto probabili adeguamenti, quindi è pensabile che di soldi ne serviranno tanti e che forse sarebbe stato meglio risparmiare su qualche futilità tipo il marciapiedone di viale Gramsci o il nascituro centro polisportivo di San Liborio. Ma la sicurezza dei bambini non è mai sembrata essere prioritaria per la giunta Mancini.
Va anche tenuto conto che la velocità non è uno dei pregi di questa Amministrazione, per cui sono prevedibili tempi molto lunghi per poter dire che le nostre scuole sono sicure. La questione sicuramente investirà la prossima Amministrazione, quella che scaturirà dalle urne l’anno prossimo. Intanto i soldi si spendono per altre cose, forse meno utili alla cittadinanza, ma sicuramente utilissime per la campagna elettorale.

Luca Craia