mercoledì 28 marzo 2018

Di Maio e la matematica.


Io lo capisco, Di Maio: è difficile adesso scendere a compromessi, dopo aver urlato a tutto il mondo che non si accettano compromessi. Sono convinto che la posizione apparentemente irremovibile del leader del Movimento 5 Stelle sia dovuta al fatto che la posizione va tenuta, almeno per salvare la faccia, e che la strategia sia di tenerla il più possibile in fase di trattativa, ma non in eterno. Il punto è che l’Italia ha bisogno di un governo, e per farlo, evitando di ritrovarci di nuovo il Pd magari a fare un’altra legge elettorale del piffero, bisogna che anche i puri grillini si sporchino un po’ le mani stringendo quelle degli altri.
Del resto, l’atteggiamento da vergine casta e pura non può pagare in eterno e mettere il Paese nelle condizioni di tornare a votare con questo pastrocchio di legge elettorale, o di ritrovarsi un governaccio stile Monti, alla fine rischia di creare più danni che benefici al Movimento 5 Stelle. Quindi la spocchia ormai tradizionale dei grillini, quella presunzione di santità che, comunque, non appartiene all’uomo e, quindi, nemmeno al grillino, va parcheggiata. Magari con i modi e i tempi che Di Maio probabilmente ha capito.
È la matematica che non va. A parte le strategie, affermare che gli Italiani vogliono un governo a 5 Stelle è sbagliato aritmeticamente, e se Di Maio lo dice per calcolo politico, la base lo deve comprendere. Se si è preso il 32% dei voti, c’è un 68% di Italiani che non vuole il Movimento 5 Stelle al governo o che, quantomeno, vorrebbe un atteggiamento un pelino più costruttivo. Nell’interesse del Paese, non solo del Movimento.

Luca Craia

Alla scoperta della vecchia ferrovia fermana con Italia Nostra. Passeggiata con rientro in trenino.


È diventata un appuntamento fisso, la passeggiata lungo la vecchia ferrovia fermana fissata per domenica 8 aprile, nella fattispecie il tratto tra Fermo e Monte Urano, organizzata ormai da anni dalla sezione fermana di Italia Nostra. Nata per sensibilizzare sull’opportunità di un recupero turistico del vecchio tracciato, comprese le storiche interessantissime stazioni, la passeggiata è anche una ghiotta occasione culturale per ammirare lo splendido paesaggio delle campagne fermane e per scoprire un pezzo di storia, per quanto recente, del nostro territorio.
La partenza è prevista alle ore 9.00 da Largo Temistocle Calzecchi Onesti, con base al Capolinea Cafè. Si prevedono brevi soste lungo il percorso alla Galleria Vinci, alla Torretta Carducci, alla stazione di Fermo-Santa Lucia, al Casello 5 di via Salvo d'Acquisto, al Viadotto del "Ferro", al Casello 6, per giungere alla stazione di Monte Urano - Rapagnano, passando per la strada comunale Fontana I. Lì si potrà gustare il pranzo preparato dai responsabili della Contrada Molini Girola, all'interno della stessa stazione. Al termine del pranzo la sorpresa più gustosa: il rientro a Fermo con il trenino.
Italia Nostra raccomanda di andare adeguatamente equipaggiati, in particolare muniti di scarponcini o scarpe da tennis, zainetto, K-Way, macchina fotografica e, possibilmente, binocolo. La quota di partecipazione è 5 Euro, esclusi gli associati, mentre il pranzo costa 15 Euro. Ci si può prenotare presso Italia Nostra entro venerdì 6 aprile alle 19.30.


Luca Craia

Lavoratori? Prrrrrrrrrrrrrr! In svendita la sanità. Neanche il lavoro nero per le SAE interessa la politica.


Non so perché, ma mi torna costantemente in mente la scena de I Vitelloni di Fellini in cui Alberto Sordi sbeffeggia con una pernacchia i “lavoratori della bassa”. Mi viene in mente ogni volta che vedo quello che accade in Italia, quello che è accaduto negli ultimi anni, e quello che sta ancora accadendo in attesa che, magari, un nuovo governo inverta la tendenza. Abbiamo assistito, in tempi recenti, allo smantellamento dello stato sociale, compiuto con la firma dei partiti che una volta tutelavano le classi più deboli e col silenzio-assenso dei sindacati. Abbiamo visto disintegrare i servizi essenziali, massacrare la sanità, distruggere i diritti sul lavoro acquisiti con anni e anni di lotte, il tutto portando a un impoverimento drastico ed essenziale della classe medio-bassa.
Le Marche sono governate dalla sinistra o, almeno, da quella che si definisce tale. Ciononostante, il Governo regionale si sta vendendo la sanità ai privati, con una faccia tosta stupefacente, facendoci passare anche per fessi. E se le opposizioni, in questo caso, stanno dando battaglia, non si può dire la stessa cosa per quanto accaduto e forse sta ancora accadendo nei cantieri per le SAE, nel cratere del terremoto, dove sono stati accertati casi di caporalato, sfruttamento, inadempienze e irregolarità gravi di cui i Sindacati, per una volta redivivi, si stanno occupando ormai da mesi. Ma dalla politica nessuna reazione, nessuna interrogazione, nessuna presa di posizione a difesa dei lavoratori. Non lo ha fatto il Governo regionale, che pure sarebbe anche parte lesa, e non lo hanno fatto le opposizioni. Insomma, queste povere classi deboli non hanno più rappresentanza.

Luca Craia