giovedì 29 marzo 2018

INCENDI BOSCHIVI: LA REGIONE BOCCIA LA MOZIONE DI FRATELLI D'ITALIA A FAVORE DELL'OPERA ANTINCENDIO DEI VIGILI DEL FUOCO.


ELENA LEONARDI: MI AUGURO CHE SI INTERVENGA CON CONVENZIONI EFFICACI ENTRO LA FINE DELLA PRIMAVERA

Comunicato integrale

Una mozione proposta nel luglio 2017 e portata in Consiglio Regionale solo ora, questa è la prima "denuncia" del Gruppo Regionale di Fratelli d'Italia. Era un atto volto a scongiurare quello che è successo per esempio al Monte San Bartolo – esordisce la capogruppo Elena Leonardi – dato che la Regione, come evidenzio nella mozione, dopo il richiamo del Capo Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, non si è ancora dotata del mezzo aereo antincendio e non ha reso operativo il potenziamento delle squadre di terra dei vigili del fuoco stessi.
Nella mozione la Leonardi evidenzia come dei sette mila forestali in Italia solo 360 sono passati al Gruppo dei Vigili del Fuoco, mentre l'intervento antincendio boschivo spetta, previa convenzione regionale, agli stessi Vigili del Fuoco.
La convenzione fatta dalla Regione vale solo per la tarda estate 2017, quindi se la regione non si attiverà tempestivamente potremmo trovarci di fronte al rischio di arrivare in piena estate con problematiche serie come quelle dello scorso anno, mentre alcuni focolai potevano essere prontamente domati e forse anche presi gli stessi piromani.
Oggi i Vigili del Fuoco si trovano in forte carenza di mezzi e occorrerebbe avere anche spirito pianificatorio e progettuale onde poter reperire fondi europei per la lotta agli incendi e alla tutela del patrimonio boschivo marchigiano.
Le parole dell'assessore Sciapichetti, prosegue la Leonardi, non sono per niente rassicuranti: egli afferma che occorre fare pressione sul Ministero per avere le adeguate strumentazioni. Mi domando, afferma la capogruppo di Fratelli d'Italia, perchè il medesimo assessore non lo ha fatto sinora e quanto impiegherà a redigere una nuova convenzione col Ministero dell'Interno e con il Corpo dei Vigili del Fuoco, adeguata ad una seria ed efficace azione preventiva di antincendio boschivo.
Nella mozione della sottoscritta chiedevo di attivarsi concretamente per far dotare i Vigili del Fuoco di mezzi aerei antincendio boschivo, quindi reputo la bocciatura della mozione medesima per niente lungimirante: è una azione miope fatta da una maggioranza Pd ancora arroccata su se stessa.
Nell'atto della Leonardi si chiedeva inoltre di rendere operativo al più presto il potenziamento delle squadre di terra dei Vigili del Fuoco mediante adeguate coperture finanziarie e di dare seguito all'impiego anche dei mezzi in passato usati dall'ex Corpo Forestale dello Stato, attualmente fermi per costante "ordinaria manutenzione".

Marche ex isola tranquilla. L’ossario di Porto Recanati ci parla d’altro.


Provo una pena inenarrabile pensando a quel maglioncino bianco con le labbra stampate sopra, a quelle scarpe da tennis bianche così adolescenziali. Provo un dolore immenso nel pensare a una quindicenne, piena di sogni e di conflitti interni, con una voglia grande di entrare in questo mondo dorato in cui la famiglia l’aveva portata, una quindicenne fiduciosa e piena di vita, una vita forse spezzata troppo preso per poi insultarne i resti e buttarli in un pozzo. Non ci sono i dati per essere sicuri di questo, ma soltanto a pensarlo possibile mi prende uno sconforto infinito, uno sconforto che viene dalla constatazione che ci sono uomini malvagi, cattivi, e che ce ne sono molti di più di quello che pensiamo.
Il quadro che si sta delineando durante gli scavi nelle campagne di Porto Recanati è spaventoso: una sepoltura affrettata, forse multipla, e forse proprio di una ragazzina, una quindicenne bengalese che credeva di aver trovato in Italia il paradiso. La ragazzina è scomparsa nel 2010, e non è stata mai ritrovata. Forse è lei, forse è suo quel femore carbonizzato trovato nell’ossario di Porto Recanati, forse sono suoi quei piccoli indumenti da adolescente. Le tracce della ragazzina si sono perse, nel maggio di otto anni fa, dopo che è entrata nell’Hotel House, il noto palazzone abitato interamente da stranieri che tanto fa parlare di sé e che è, di fatto, una zona franca dove la legge italiana non riesce ad affermarsi. L’Hotel House è a pochi metri dal luogo del ritrovamento.
E mi sale la rabbia, lo confesso, perché pochi giorni fa alcuni residenti in quel palazzo hanno manifestato, proprio a Porto Recanati, contro gli Italiani, definiti razzisti e fascisti. E mi fa rabbia ancora di più pensare a questa Regione che, pochi anni fa, era un’isola di pace, dove non succedeva mai niente, che non andava mai sulle cronache, che la gente quasi ignorava perché era talmente tranquilla che pareva non esistesse. Oggi le Marche sono sui giornali nazionali quasi tutti i giorni, e per fatti gravissimi, come quello che ha visto vittima un’altra giovane vita, a Macerata.
Non voglio andare oltre e entrare in ragionamenti politici che, in questo momento, non mi interessano. Il mio è uno sfogo, lo sfogo di una persona che veda la propria terra diventare teatro di eventi indicibili e poi accusata in maniera infamante. Pensiamo alle vittime, invece, perché questa situazione fuori controllo fa anche delle vittime, ragazze innocenti come la povera Camey e la povera Pamela, e chissà quante altre. E, invece di accusare ingiustificatamente un intero Paese e il suo Popolo, pensiamo a come uscirne.

Luca Craia
(foto “Il Cittadino di Recanati”)

Autovelox della Mezzina: ancora ricorsi vinti, ma la Provincia non demorde.


È di oggi la notizia di ulteriori tre verbali annullati dal Giudice di Pace, che vanno ad aggiungersi agli altri quattro di qualche tempo fa in cui la Provincia di Fermo è stata vista soccombere. Il caso è quello dell’autovelox fatto installare dalla Provincia sulla strada provinciale “Mezzina” in sostituzione del sistema tutor. Una decisione piuttosto controversa e difficilmente comprensibile: il tutor rileva la velocità media e, quindi, obbliga l’automobilista a tenere un’andatura moderata per tutto il tragitto, l’autovelox rileva la velocità istantanea per cui, una volta superata la postazione, si può andare alla velocità che si crede.
Certo è che qualche automobilista, conoscendo l’ubicazione delle porte del tutor e dovendo fermarsi prima di attraversare la seconda, ha ben capito che la propria vettura non sarebbe stata rilevata, permettendosi quindi di andare a velocità decisamente fuori norma. In sé, quindi, le multe elevate sarebbero giuste e opportune. Il problema nasce dal modus operandi dell’Ente che ha pastrocchiato incredibilmente in ogni singola parte di questa storia. Ha lasciato i vecchi cartelli che avvisavano del rilevamento della velocità media, cancellando la parola “media” con una passata di vernice data neanche tanto bene; ha ufficializzato la cosa con un’ordinanza emessa due mesi dopo l’entrata in azione del sistema e ha ratificato la convenzione addirittura dopo quattro mesi. Un comportamento che viola ogni norma, dato che la legge stabilisce criteri di massima trasparenza nella gestione dei rilevatori di velocità. Quindi l’Ente preposto a sanzionare chi non rispetta le regole, a sua volte non le rispetta e questo è molto grave, crea sfiducia da parte del cittadino nei confronti delle istituzioni.
La cosa incredibile è che, sapendo benissimo di avere torto su tutta la linea e di avere fatto un completo disastro nella gestione di questa curiosa faccenda, cosa che, in un Paese normale porterebbe, se non alle dimissioni dell’assessore competente (che tra l’altro è il Montegranarese Aronne Perugini, avvocato, che le norme le dovrebbe conoscere per mestiere), almeno alla formulazione delle scuse nei confronti dei cittadini, la Provincia di Fermo fa ricorso, non ammette errori, si difende parlando di sicurezza stradale e va avanti per vie legali, rischiando di sperperare così altro denaro pubblico. In quanto alla sicurezza stradale, se il tutor non era sufficiente, sarebbe stato opportuno integrarlo, non sostituirlo. Va poi ricordato che tanto zelo per garantire l’incolumità dei cittadini per strada non lo riscontriamo per quanto riguarda la manutenzione, la segnaletica, e interventi sugli incroci pericolosi tanto richiesti dai cittadini quanto ignorati dagli amministratori. Va a capire.

Luca Craia