venerdì 30 marzo 2018

Fermano: turismo al palo ma Giacinti punta sull’esperienziale. Coi musei e le chiese chiuse dal terremoto.



Non so se ridere o piangere, leggendo della meravigliosa idea che si è fatto il Consigliere Regionale monturanese su come rilanciare il turismo nel Fermano, suo bacino elettorale. L’ex Sindaco di Monte Urano in quota PD, in un momento in cui il turismo nelle Marche del sud langue a causa dei danni causati dal terremoto che costringono tutt’oggi moltissimi siti culturali a rimanere chiusi al pubblico, chiudendo di fatto la possibilità di un ritorno del turismo di settore che, negli anni passati, stava diventando un’economia importante per il territorio, pensa bene di lanciare il “turismo esperienziale”.
Si tratta di un’offerta di nicchia di per sé molto interessante: creare interesse nel turista offrendo pacchetti che prevedano la sua interazione diretta con determinate attività, il tutto coordinato in maniera programmata da strutture preposte. È stata individuata, a quanto pare, una cooperativa che fa questo tipo di offerta da qualche anni con innegabili risultati.
Tutto questo sarebbe estremamente positivo se non ci fosse stato il terremoto che, come dicevamo sopra, ha messo in crisi quello che, invece, è il settore trainante del turismo del territorio, insieme a quello balneare, ossia il turismo culturale. Ma, se non possiamo offrire un’offerta complessiva appetibile anche perché, fino a oggi, non è stato mosso un dito per far ripartire il settore, spendere 10.000 Euro, che saranno anche ben misera cosa ma pur sempre 10.000 Euro, in un progetto che è nicchia della nicchia della nicchia mi pare come mettersi le scarpe quando si è ancora in mutande.
Occorre invece investire sull’immenso patrimonio che le Marche in genere e il Piceno in particolare possiedono, fatto di chiese, castelli, musei e siti archeologici che, oggi, non vengono valorizzate se non dall’impegno dei soliti volontari, e rimediare ai danni del terremoto quanto prima perché il turismo può essere l’economia alternativa al manifatturiero ormai in crisi perenne. Ma se ragioniamo con queste teste la vedo dura.

Luca Craia

giovedì 29 marzo 2018

Ceriscioli fa la gara con L’Aquila. Perché il Presidente continua a rendersi ridicolo?


Sono letteralmente sbigottito di fronte all’ennesima stupidaggine pronunciata a mezzo stampa dal Governatore delle Marche, Luca Ceriscioli il quale non perde occasione per dimostrare urbi et orbi quanto la sua visione delle cose, specie in fatto di terremoto, sia palesemente distante dalla realtà. Oggi Ceriscioli l’ha sparata grossa: ha detto che, nelle Marche, sono state rimosse più macerie e in minor tempo rispetto a L’Aquila. La castroneria non sta tanto nel dato, che potrebbe anche essere veritiero, ma in altri due concetti che sembrano sfuggire al Presidente. Uno è che non sappiamo quante macerie in totale siano state prodotte nei due terremoti e, quindi, è difficile stabilire chi sia stato più bravo a rimuoverle e, secondo, non sappiamo quali siano le reali difficoltà incontrate nelle due situazioni che sono comunque ben diverse: da una parte una città e alcuni centri limitrofi e dall’altra, nelle Marche, un territorio vasto con decine di comuni coinvolti.
Ma la cosa sconfortante è che Ceriscioli continua a cercare medaglie da appendersi senza rendersi conto di quanto questo sia più che ridicolo, grottesco addirittura. Conta poco se le macerie rimosse siano di più o di meno di quelle rimosse oltre dieci anni fa a L’Aquila. Quel che conta è che, a venti mesi dalla prima scossa, c’è gente ancora ospitata negli alberghi, ci sono centri che non danno il minimo segno di un ritorno a qualcosa che possa somigliare alla normalità, c’è una viabilità compromessa alla quale non si riesce a dare soluzione, c’è un’economia che sta scomparendo, ci sono intere comunità distrutte, più che dal terremoto, dalle lentezze della burocrazia e della politica. Insomma, macerie rimosse o no, non c’è traccia di riscostruzione.
Allora un buon padre di famiglia, quale dovrebbe essere il Presidente di una Regione, anziché fare il gradasso coi giornalisti facendo l’ennesima figura barbina, potrebbe preoccuparsi di quello che non va, analizzarlo con equanimità e proporre immediate soluzioni, per quel che riguarda le sue competenze, quelle del Commissario (che fa a gara con lui a chi la spara più grossa) e con il governo che verrà. Se riesce a capirlo, ovviamente.

Luca Craia


Pozzo dell'orrore - Fratelli d'Italia: la misura è colma


Elena Leonardi: il silenzio di Minniti da settembre ad oggi significa abbandonare Macerata e Provincia

Comunicato integrale
 
Una vicenda sconcertante e dai contorni ancora incerti che getta ulteriori ombre sulla situazione già molto grave in cui versa la nostra provincia e alla quale serve dare risposte immediate.
Esordisce così la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi, che commenta il fatto di cronaca, che è in continua evoluzione, relativo all'orrore dei resti umani scoperti ieri accanto all'Hotel House.
Siamo ormai perennemente sulla cronaca nazionale e non solo: la Provincia di Macerata e il Comune di Porto Recanati stanno avendo una pubblicità che non ci saremmo mai immaginati anche se sono anni che ripetiamo di essere in emergenza criminalità.
Esprimo una forte preoccupazione per un quadro complessivo di grave criticità: droga, immigrazione clandestina, Hotel House, scippi, furti a ripetizione nelle case, prostituzione in aumento; la bomba è innescata ed occorre un intervento forte e risolutivo. Proprio quello che avevo chiesto – afferma la Leonardi – al Ministro dell'Interno Minniti, consegnandogli personalmente a settembre una richiesta di intervento sulla situazione dell'Hotel House. Richiesta però che è rimasta lettera morta mentre nella Provincia di Macerata e non solo a Porto Recanati, è successo di tutto e di più: basti pensare alla vicenda agghiacciante della povera Pamela.
Occorre fermezza – continua la rappresentante del partito della Meloni – le forze politiche debbono impegnarsi per evitare che si degeneri ancora e la nostra area diventi quello che non ci saremmo mai augurati, nessuno giri la testa dall'altra parte, sevono misure eccezionali per il rispristino di legalità e sicurezza.
Un impegno concreto dovrebbe venire anche dall'Amministrazione comunale che non può più affrontare, minimizzando, la gravità degli eventi: Porto Recanati deve tornare ad essere un'isola felice, così come tutte le Marche, un luogo di concreta legalità e sicurezza per residenti e turisti.