venerdì 6 aprile 2018

Complimenti all’Informagiovani e a Gaudenzi multitasking. Ma due numeri si potevano dare.

Volevo fare i complimenti all’Informagiovani di Montegranaro e al suo responsabile, il Capogruppo Consiliare di maggioranza, Paolo Gaudenzi, perché, leggendo il comunicato pubblicato oggi sulla pagina ufficiale del Comune, mi sono reso conto che l’Ufficio non produce soltanto gli utilissimi quanto imprescindibili corsi di cucina vegana e di addobbi natalizi, sicuramente di grande aiuto per i nostri giovani per trovare lavoro in questo momento così difficile, ma promuove una lunga serie di attività per agevolare l’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro. Gaudenzi (credo abbia scritto lui il comunicato, visto che, oltre a essere il delfino di Ubaldi e caposaldo della maggioranza che regge il Comune, è anche valido collaboratore del notiziario Cronache Fermane, quindi capacissimo di scrivere un buon articolo), elenca doviziosamente tutte queste attività, tanto che viene da chiedersi come facciano a farne così tante senza trascurare le lezioni di chitarra e l’organizzazione di concerti. Però due dati poteva anche darceli, Gaudenzi. Così, per avere la giusta gratificazione. Due numeri, magari dicendoci quanti giovani hanno trovato lavoro, quanti giovani hanno partecipato a colloqui. Perché così non si capisce se queste attività diano frutto o no. Attendiamo con ansia maggiori dettagli.

Luca Craia

Crocifisso delle Anime Sante: presto la riposizione nella Cappella del Cimitero.


Ultimato ormai da qualche settimana il restauro del Crocifisso della Cappella delle Anime Sante, del cimitero di Montegranaro, ora si sta lavorando per poterlo riposizionare nella stessa cappellina, rendendo la stessa più sicura. La piccola struttura, infatti, necessita di alcuni lavori di miglioria, onde evitare che, come accaduto in passato, insetti e altri animali possano entrare e intaccare l’integrità della scultura appena riportata al suo antico splendore. Per questo l’Assessorato alla Cultura guidato da Giacomo Beverati, di concerto con l’Ufficio Tecnico Comunale, ha predisposto la realizzazione di un apposito infisso in cristallo temperato che si aggiunga a quello già esistente, nonché la sistemazione delle aperture superiori e la ripulitura generale del vano, in modo di poter accogliere di nuovo e nel migliore dei modi la preziosa opera. Il tutto richiederà dei tempi relativamente brevi e si pensa di poter riposizionare il Crocifisso, con una cerimonia religiosa e civile, entro la primavera, salvo complicazioni.
Il Crocifisso è stato restaurato su un progetto di Arkeo, di cui io stesso sono il responsabile, e realizzato dall’artista e restauratore Marco Salusti, sotto l’egida della Soprintendenza dei Beni Culturali delle Marche, supervisionato dallo storico dell’arte Claudio Maggini, il tutto finanziato dall’imprenditore montegranarese Giuseppe Raparo, legato all’opera da motivi affettivi familiari. Infatti la mamma di Giuseppe era solita fermarsi a pregare proprio davanti a questo Crocifisso ogni qual volta si recasse al Cimitero dai proprio cari scomparsi.
Durante il restauro, quello che sembrava un normalissimo, per quanto bello, crocifisso settecentesco, ha rivelato continue soprese, assumendo caratteristiche che lo rendono unico. Abbiamo dovuto rivedere la datazione che, pur non essendo certa, va sicuramente portata indietro di almeno due secoli. Ma, soprattutto, è la conformazione stessa dell’opera e la sua storia a renderla interessantissima. Il Crocifisso è stato più volte rimaneggiato, inserendo delle articolazioni che lo hanno trasformato in una sorta di fantoccio utilizzabile nelle rappresentazioni religiose della morte del Cristo e della resurrezione, oltre che, ovviamente, della crocifissione.
Ora la scultura è tornata alla sua colorazione policroma originale ma sono stati mantenuti tutti i meccanismi inseriti successivamente e che ne fanno un’opera unica nel suo genere. Si tratta quindi di un altro importante e preziosissimo frammento del patrimonio culturale montegranarese che Arkeo e il sottoscritto sono orgogliosi di restituire alla città, ringraziando ancora una volta Giuseppe Raparo per la sua sensibilità e generosità.

Luca Craia

L’esperienza dell’atto finale affidata a L’Abbraccio. Una serata per riflettere sulle cure palliative.

Affrontare determinati argomenti non è facile, ma la vita è fatta di tanti istanti, e l’atto finale è un momento importante. L’esperienza di una ricoverata presso l’Hospice di Montegranaro, Marcella Samuelli, è stata dettata a una volontaria dell’associazione L’Abbraccio e da lei trascritta e trasformata in un libro, “Amore non conosce Misura”. Su questo toccante testo si baserà una serata, organizzata dal duo musicale "Kikè&Patty” presso La Forneria di Totò, a Sant’Elpidio a Mare.
Si tratta di un aperitivo musicale, intramezzato da letture tratte dal libro, che prenderà il via alle 18 di domenica 15 aprile e che si pone l’obiettivo di riflettere serenamente ma con profondità sulle tematiche legate alle cure palliative. Il costo della partecipazione è fissato a 15 Euro e la prenotazione è obbligatoria telefonando al numero 0734/858674. Il tutto per comprendere, sostenere ed essere solidali con l’opera meritoria di questa associazione che ormai da anni agisce in aiuto di vive l’esperienza del ricovero presso l’Hospice di Montegranaro.

Luca Craia

Ad Accumoli una frana distrugge una chiesa terremotata dopo un anno e mezzo. C’è la volontà di recuperare questi luoghi?


Una notizia riportata ieri da diversi notiziari ma forse passata via inosservata, per cui mi sento di replicarla, magari aggiungendo una piccola riflessione. In località Libertino, ad Accumoli, in provincia di Rieti, mercoledì scorso si è staccata una frana dalla montagna ed ha travolto quel poco che rimaneva di una chiesa che era rimasta fortemente danneggiata dal terremoto del 2016. Evidentemente nessuno, dal 2016, appunto, ha pensato fosse necessario mettere in sicurezza montagna e chiesa. 
Il risultato è che la chiesa non c’è più e la strada, una delle due vie di accesso al centro di Accumoli, è interrotta. Nel frattempo si discute su come incentivare il turismo, su come creare infrastrutture. Si pensa a un futuro sempre più improbabile, se non si cura il presente.  La domanda è: in oltre un anno e mezzo, c’è stato il tempo sufficiente per mettere il tutto in sicurezza? È mancata la volontà? O è l’ennesimo segnale che esiste un progetto che non prevede affatto il recupero di questi luoghi?

Luca Craia
(foto: Il Giornale di Rieti)