Marzia Malaigia, Consigliere
Regionale nelle Marche, è stata vicina alla gente terremotata fin da subito, anche
in maniera molto attiva, raccogliendo aiuti e facendosi promotrice di diverse
iniziative sia politiche che di solidarietà. Lo scorso fine settimana ha voluto
intraprendere un viaggio tra i terremotati per vedere e toccare con mano i
problemi spiccioli, quelli che la gente deve affrontare quotidianamente. Ne è
scaturito un quadro devastante, fatto di persone costrette a vivere esistenze
che, in un Paese civile, non dovrebbero essere tollerabili. Gente che affronta
le difficoltà con grande dignità ma che, nel contempo, comincia a non farcela
più anche perché, in realtà, nessuno la aiuta.
Le situazioni di disagio
riscontrate dalla Malaigia sono tante, a cominciare dallo stato delle
famigerate SAE che presentano evidenti problemi costruttivi e di assemblaggio
nonostante siano state consegnate da pochissimo tempo e che non lasciano ben
sperare per la durata nel tempo delle stesse. Eppure è prevedibile che saranno
abitate per un lungo periodo, vista la lentezza con cui procede la cosiddetta
ricostruzione.
Ma ci sono problemi di carattere
umano veramente paradossali, ai quali mancano le risposte, problemi legati al
terremoto ma anche alle normative contraddittore e s tratti disumane che gravano
su tutta la vicenda. Il caso di Giulio, anziano e disabile che vive in un
container perché non può montare la casetta di legno che si è comprato coi
risparmi di una vita, molto più accogliente e vivibile, perché rischierebbe di
incorrere nell’abusivismo. C’è il caso di una signora incinta che sta pensando
all’aborto non perché non voglia il bambino ma perché non può permetterselo,
avendo perso tutto, compreso il lavoro. Poi c’è il ragazzino che non può
partecipare alla gita scolastica, unico della sua classe, perché è troppo
costosa.
Un quadro tristissimo, di un’umanità
mortificata, priva di sostegni, abbandonata a se stessa. Sono problemi di cui
non si parla ma anche questo è il terremoto. Non sono crollate soltanto le
case, sono crollate le vite delle persone e, se per le case non si vedono
ancora spiragli per la ricostruzione, per la vita di questa gente non si sta
facendo proprio niente. Ridare un’esistenza normale alla gente che ha perso
tutto a causa del terremoto dovrebbe essere la priorità.
Luca Craia