Va bene, lo sappiamo tutti
che la provinciale 239, meglio conosciuta come “lo stradone”, la strada a
quattro corsie che collega Fermo a Porto San Giorgio, è passata dalla Provincia
di Fermo all’Anas e che quindi la Provincia se ne può tranquillamente
disinteressare. Però, viste le ripetute dichiarazioni del Presidente Canicola e
dell’assessore alla viabilità Perugini, che si sono detti a più riprese
preoccupatissimi per la sicurezza degli automobilisti, mi sarei aspettato che
queste preoccupazione non cessassero nel momento in cui termina la propria
responsabilità diretta. E invece pare che sia così.
Che i tutor lungo questa
strada fossero ormai spenti da tempo era cosa nota, anche se, non avendo la
certezza matematica che questo fosse vero e vedendo ancora le apparecchiature
installate all’inizio e alla fine della strada, gli automobilisti continuavano
a rispettare con un certo scrupolo il limite dei 70 Km/h. Ora però sono state
rimosse anche le telecamere, e questo ce ne siamo già accorti in tanti e ne hanno
parlato anche i giornali. Cosa possiamo aspettarci? Molto probabilmente si
tornerà a correre veloci, come si faceva prima dell’avvento dei tutor e, Dio
non voglia, potrebbero tornare a verificarsi i tanti incidenti anche gravi che
capitavano in passato. Insomma, la sicurezza se ne è andata a farsi benedire.
Che c’entra la Provincia? La
decisione di togliere i tutor è stata presa dall’Anas, quindi la responsabilità
è sua, non certo della premiata coppia Canicola-Perugini. Però qualcosa si
poteva fare per evitarlo, si poteva intervenire politicamente, si poteva
prendere qualche iniziativa, protestare, fare un comunicato stampa, almeno ribadire
che, chi toglieva i tutor, si sarebbe preso la piena responsabilità di quello
che sarebbe potuto accadere. Perché non è stato fatto? Evidentemente tutta
questa preoccupazione per gli automobilisti non c’è o c’è solo quando c’è da
fare cassa, come è accaduto sulla Mezzina con l’arcinota questione degli
autovelox contestati (e battuti) dai multati.
L’autovoelox. La soluzione
potrebbe essere, e sono pronto a scommettere che lo sarà, proprio l’infernale
macchinetta messa a tradimento. Con l’autovelox si fa cassa, un sacco di soldi,
molti di più di quelli che fruttava il tutor che tutti, o quasi, avevano
imparato a rispettare. Ora si tornerà a correre, dicevamo, e probabilmente si
tornerà anche a incassare un bel po’ di soldi dalle multe. Alla fine, che ci
frega della sicurezza?
Luca Craia