Era stata annunciata e si era cominciato a lavorarci durante l’incontro
di Tolentino del 21 aprile scorso, indetto proprio per discutere della
possibilità di scrivere una lettera aperta ai parlamentari marchigiani appena
eletti al fine di indicare le priorità dei terremotati e le reali problematiche
da seguire. Finalmente il testo è stato consegnato oggi a tutti i gruppi
parlamentari. Ve lo fornisco integralmente.
Gli eventi sismici che dal 24
agosto 2016 e senza soluzione di continuità interessano le aree interne
appenniniche hanno reso drammaticamente evidente lo stato di spopolamento e di
abbandono del territorio.
Da tempo l’isolamento, l’assenza
pressoché totale di infrastrutture, la mancanza di prospettive lavorative,
culturali, ricreative hanno prodotto un’emorragia migratoria che ha raggiunto
il limite di non ritorno. Solo una politica consapevole della nobiltà del
proprio ruolo e del valore incommensurabile della montagna, potrà porre rimedio
ad un depauperamento di umanità di cui il nostro territorio porterebbe per
sempre il segno. Il sisma, nella sua violenza, ha avuto il ruolo di riportare
quei territori martoriati ad una sorta di innocenza primordiale da cui far
rinascere un nuovo mondo in cui l’etica e l’estetica, applicate alla tecnica,
potranno essere i pilastri di una ricostruzione materiale e morale degna di un
paese che vanta bellezze naturali, artistiche, culturale, enogastronomiche… il
cui pregio non sfugge ad alcuno.
Pertanto, nel ribadire l’urgenza
dei provvedimenti normativi che si indicheranno nel prosieguo, atti a superare
con tempestività ed efficacia lo stato di emergenza e le immancabili conseguenze
sulle condizioni di vita dei terremotati, si evidenzia la cogente necessità di
porre mano alla predisposizione di un progetto di ampio respiro che costituisca
un quadro di riferimento per l’adozione di provvedimenti normativi e
l’individuazione di strategie funzionali a valorizzare ed attualizzare il
potenziale dei territori.
Le Università, gli Ordini
Professionali, gli studiosi di specifici ambiti disciplinari e, non ultimo, la
saggezza antica e preziosa dei suoi abitanti, possiedono la competenza e la
passione necessarie per elaborare un piano di sviluppo che sappia coniugare
l’innovazione con la salvaguardia di un patrimonio umano che non ha ancora
smarrito i tratti distintivi di uno stile di vita sobrio, frugale, a dimensione
degli esseri umani più vulnerabili come i bambini e gli anziani. Il rapporto
con la concretezza della terra, la capacità di convivere con l’ambiente
diventandone i principali baluardi di difesa dall’avanzare dei terreni incolti
e della fauna selvatica, le relazioni interpersonali solidali e molto altro
saranno un presidio a tutela anche degli insediamenti umani a valle che già ora
risentono di un eccessivo incremento della popolazione.
Dal nuovo governo i terremotati
attendono il segno di una speranza per sé e per i propri figli e l’adozione di
interventi immediati e non suscettibili di variazioni costanti che alimentano
la sfiducia e il già grave e diffuso senso di precarietà.
Fatte le premesse di cui sopra i terremotati, uniti in
assemblea, avanzano le seguenti richieste:
1.
Che il governo espliciti, in modo preciso e
dettagliato, l’ammontare delle risorse messe a disposizione per la
ricostruzione privata (abitazioni e attività private in generale) dal 2018 al
2023;
2.
In considerazione del numero di decreti e delle,
ad oggi, 55 ordinanze commissariali, chiedono
che tutti i provvedimenti normativi vengano riordinati in un testo unico, come
le ordinanze coordinate, al fine di semplificare tutte le procedure per l'avvio
della ricostruzione privata;
a.
ATTENZIONE - La norma già esiste (Art. 8 D.lgs 189/2016 smi ed Art. 2
Ordinanza N. 4 del 17/11/2016)
3.
Chiedono inoltre il rinvio di tutte le
sospensioni dei pagamenti e delle agevolazioni contenute nei decreti precedenti
o, in seconda istanza, che almeno si intenda applicare lo stesso trattamento
utilizzato nei precedenti sismi (vedi L’Aquila-2009; Emilia Romagna-2012);
4.
Chiedono la revisione del comma 1, lettera
e-bis), dell’art. 6 del DPR 380/2001 al fine di permettereil mantenimento di tutte le strutture private, abitative e
produttive, realizzate in proprio dai titolari di specifica ordinanza di
sgombero per danni superiori al livello di danneggiamento “B”/”L0” (vedi
Peppina) fino a ricostruzione avvenuta e ripristino delle condizioni di
agibilità dell’immobile danneggiato. ;
sottolineiamo, a tal proposito, incongrua ed inaccetabile, la sospensione del Contributo per l’Autonoma
Sistemazione (CAS) a danno di quanti abbiano realizzato, a proprie spese, le strutture
predette.
5.
Chiedono, inoltre, l'istituzione di Zona Franca
Urbana in misura coerente con l’entità dei danni subiti nell’insediamento
urbano di riferimento;
6.
Chiedono Inoltre l'individuazione, in tempi
certi e dichiarati, delle aree su cui ricostruire. Per le frazioni
completamente distrutte, ove non fosse possibile la ricostruzione, chiedono
altresì che venga considerata la possibilità della liquidazione dei
proprietari.
7.
Si chiede inoltre l'individuazione da parte dei
sindaci di aree idonee da destinare alla realizzazione di strutture provvisorie
per cittadini non residenti;
8.
I terremotati chiedono che siano previsti interventi
di manutenzione tempestivi e sistematici per le sistemazioni abitative di
emergenza (SAE) mediante la costituzione di nuclei tecnici, composti da
elettricisti idraulici e tecnici reperiti in loco, per i pronti interventi. E
noto a tutti che molte SAE già nel primo anno hanno evidenziato numerosi e
frequenti problemi.
9.
Chiedono infine l'intervento in sanatoria per
tutti i piccoli abusi edilizi, limitatamente a quei casi che non hanno
comportato aumenti di volume sugli immobili.
10.
Da ultimo, Chiedono un'indicazione di certezza
sui tempi e sulla durata del contributo di autonoma sistemazione (CAS).
I terremotati attendono da quasi
2 anni la dimostrazione di un’intenzione seria di ricostruzione e restano in
attesa di un’azione decisa e intensiva da parte del nuovo governo.