giovedì 10 maggio 2018

La lettera aperta dei terremotati ai neo parlamentari marchigiani. Il testo integrale


Era stata annunciata e si era cominciato a lavorarci durante l’incontro di Tolentino del 21 aprile scorso, indetto proprio per discutere della possibilità di scrivere una lettera aperta ai parlamentari marchigiani appena eletti al fine di indicare le priorità dei terremotati e le reali problematiche da seguire. Finalmente il testo è stato consegnato oggi a tutti i gruppi parlamentari. Ve lo fornisco integralmente.

Gli eventi sismici che dal 24 agosto 2016 e senza soluzione di continuità interessano le aree interne appenniniche hanno reso drammaticamente evidente lo stato di spopolamento e di abbandono del territorio.
Da tempo l’isolamento, l’assenza pressoché totale di infrastrutture, la mancanza di prospettive lavorative, culturali, ricreative hanno prodotto un’emorragia migratoria che ha raggiunto il limite di non ritorno. Solo una politica consapevole della nobiltà del proprio ruolo e del valore incommensurabile della montagna, potrà porre rimedio ad un depauperamento di umanità di cui il nostro territorio porterebbe per sempre il segno. Il sisma, nella sua violenza, ha avuto il ruolo di riportare quei territori martoriati ad una sorta di innocenza primordiale da cui far rinascere un nuovo mondo in cui l’etica e l’estetica, applicate alla tecnica, potranno essere i pilastri di una ricostruzione materiale e morale degna di un paese che vanta bellezze naturali, artistiche, culturale, enogastronomiche… il cui pregio non sfugge ad alcuno.
Pertanto, nel ribadire l’urgenza dei provvedimenti normativi che si indicheranno nel prosieguo, atti a superare con tempestività ed efficacia lo stato di emergenza e le immancabili conseguenze sulle condizioni di vita dei terremotati, si evidenzia la cogente necessità di porre mano alla predisposizione di un progetto di ampio respiro che costituisca un quadro di riferimento per l’adozione di provvedimenti normativi e l’individuazione di strategie funzionali a valorizzare ed attualizzare il potenziale dei territori.
Le Università, gli Ordini Professionali, gli studiosi di specifici ambiti disciplinari e, non ultimo, la saggezza antica e preziosa dei suoi abitanti, possiedono la competenza e la passione necessarie per elaborare un piano di sviluppo che sappia coniugare l’innovazione con la salvaguardia di un patrimonio umano che non ha ancora smarrito i tratti distintivi di uno stile di vita sobrio, frugale, a dimensione degli esseri umani più vulnerabili come i bambini e gli anziani. Il rapporto con la concretezza della terra, la capacità di convivere con l’ambiente diventandone i principali baluardi di difesa dall’avanzare dei terreni incolti e della fauna selvatica, le relazioni interpersonali solidali e molto altro saranno un presidio a tutela anche degli insediamenti umani a valle che già ora risentono di un eccessivo incremento della popolazione.
Dal nuovo governo i terremotati attendono il segno di una speranza per sé e per i propri figli e l’adozione di interventi immediati e non suscettibili di variazioni costanti che alimentano la sfiducia e il già grave e diffuso senso di precarietà.
Fatte le premesse di cui sopra i terremotati, uniti in assemblea, avanzano le seguenti richieste:
1.       Che il governo espliciti, in modo preciso e dettagliato, l’ammontare delle risorse messe a disposizione per la ricostruzione privata (abitazioni e attività private in generale) dal 2018 al 2023;
2.       In considerazione del numero di decreti e delle, ad oggi, 55 ordinanze commissariali,  chiedono che tutti i provvedimenti normativi vengano riordinati in un testo unico, come le ordinanze coordinate, al fine di semplificare tutte le procedure per l'avvio della ricostruzione privata;
a.        
ATTENZIONE - La norma già esiste (Art. 8 D.lgs 189/2016 smi ed Art. 2 Ordinanza N. 4 del 17/11/2016)
3.       Chiedono inoltre il rinvio di tutte le sospensioni dei pagamenti e delle agevolazioni contenute nei decreti precedenti o, in seconda istanza, che almeno si intenda applicare lo stesso trattamento utilizzato nei precedenti sismi (vedi L’Aquila-2009; Emilia Romagna-2012);
4.       Chiedono la revisione del comma 1, lettera e-bis), dell’art. 6 del DPR 380/2001 al fine di permettereil mantenimento di  tutte le strutture private, abitative e produttive, realizzate in proprio dai titolari di specifica ordinanza di sgombero per danni superiori al livello di danneggiamento “B”/”L0” (vedi Peppina) fino a ricostruzione avvenuta e ripristino delle condizioni di agibilità dell’immobile danneggiato.  ; sottolineiamo, a tal proposito, incongrua ed inaccetabile,  la sospensione del Contributo per l’Autonoma Sistemazione (CAS) a danno di quanti abbiano realizzato, a proprie spese, le strutture predette.
5.       Chiedono, inoltre, l'istituzione di Zona Franca Urbana in misura coerente con l’entità dei danni subiti nell’insediamento urbano di riferimento;
6.       Chiedono Inoltre l'individuazione, in tempi certi e dichiarati, delle aree su cui ricostruire. Per le frazioni completamente distrutte, ove non fosse possibile la ricostruzione, chiedono altresì che venga considerata la possibilità della liquidazione dei proprietari.
7.       Si chiede inoltre l'individuazione da parte dei sindaci di aree idonee da destinare alla realizzazione di strutture provvisorie per cittadini non residenti;
8.       I terremotati chiedono che siano previsti interventi di manutenzione tempestivi e sistematici per le sistemazioni abitative di emergenza (SAE) mediante la costituzione di nuclei tecnici, composti da elettricisti idraulici e tecnici reperiti in loco, per i pronti interventi. E noto a tutti che molte SAE già nel primo anno hanno evidenziato numerosi e frequenti problemi.
9.       Chiedono infine l'intervento in sanatoria per tutti i piccoli abusi edilizi, limitatamente a quei casi che non hanno comportato aumenti di volume sugli immobili.
10.   Da ultimo, Chiedono un'indicazione di certezza sui tempi e sulla durata del contributo di autonoma sistemazione (CAS).

I terremotati attendono da quasi 2 anni la dimostrazione di un’intenzione seria di ricostruzione e restano in attesa di un’azione decisa e intensiva da parte del nuovo governo.

mercoledì 9 maggio 2018

C’è mafia e mafia, ma sempre mafia è


Ci si sorprende, leggo in giro, del fatto che, a denunciare i Casamonica, nella storia dell’aggressione al bar di Roma che tutti conosciamo, siano stati degli immigrati piuttosto che gli Italiani. Credo valga la pena fare un piccolo ragionamento su cosa sia la mafia. Perché c’è mafia e mafia ma, alla fine, sempre mafia è. La mafia dei Casamonica non è la mafia siciliana, non è nemmeno la camorra o la sacra corona unita. Ma è pur sempre mafia. La mafia è un modo di esercitare un potere fuori dalle regole e al di sopra delle regole, imponendo le proprie che, poi, si riducono al proprio volere. La mafia vive dell’omertà di chi gli sta intorno, che dovrebbe denunciarne i comportamenti illeciti e non lo fa. E non la fa per paura ma, anche, e spesso, per convenienza. È proprio dalla convenienza che nasce l’omertà, e con l’omertà data dalla convenienza si attribuisce potere al mafioso che poi lo eserciterà anche con la violenza.
La mafia sta dappertutto in Italia, anche nei nostri paesini. La mafia, e l’omertà che la protegge, sta nei piccoli comportamenti quotidiani, sta nel tacere quando si vede un comportamento che viola le regole, anche le semplici regole del buon senso e della convivenza civile. Vedere una macchina parcheggiata su un marciapiede e tacere o, addirittura, giustificarne l’atto perché è di un amico o addirittura di uno potente, che potrebbe farci comodo un domani, che conviene tenersi amico, è omertà. E chi spadroneggia pascolando su questo tipo di omertà e un mafioso in embrione.
Sapere che in un paesino gira droga, i giovani si ubriacano, accadono cose che non dovrebbero accadere, e tacere, anzi, attaccare chi denuncia queste cose, e farlo anche soltanto per quieto vivere, per non “sputtanare” il luogo dove si vive o per evitare che persone amiche debbano vergognarsi, è omertà, quella stessa omertà che genera la mafia.
Quindi non c’è nulla di stupefacente se uno straniero denuncia l’illecito con più facilità rispetto a un Italiano, perché l’Italiano è omertoso per sua stessa natura, a prescindere dalla latitudine in cui vive nella nostra penisola. E se volete le prove, personalmente, ve ne posso fornire a pacchi.


Luca Craia

Tutti Fuori, il festival per bambini che rianima il centro storico di Montegranaro


Si terrà nel cuore di Montegranaro, il centro storico, bello e dimenticato, la manifestazione “Tutti Fuori”, ideata dall’associazione culturale Indaco di Porto San Giorgio per mettere insieme le famiglie per passare del tempo all’aria aperta sperimentando pedagogie alternative, giochi di strada e laboratori. Il tutto si muoverà per due giorni, il 19 e il 20 maggio prossimi, in tutto il centro storico, come dicevamo, che sarà teatro anche di consulenze, proiezioni e incontri.
Un’idea molto buona, molto interessante e che sicuramente attirerà tanta gente a Montegranaro e nel suo centro storico. E questo è un fatto doppiamente positivo, perché animare un paese come Montegranaro nel fine settimana, quando solitamente assistiamo alla desolazione cui ogni paesino sembra purtroppo destinato di questi tempi, è comunque un proposito lodevole e apprezzabile. Quando poi si ridà vita a quella parte di paese troppo spesso dimenticata e lasciata all’abbandono e al degrado, l’iniziativa non può che essere plaudita.  


Luca Craia