martedì 15 maggio 2018

I tetti crollano e le responsabilità svaniscono.


Nel titolo del Corriere Adriatico di oggi c’è il sunto dell’italianità quando capitano fatti come quello di ieri all’Istituto Montani di Fermo, il trionfo della non-responsabilità. Sì, perché qui non c’è nemmeno più lo scaricabarile, bensì lo sgravio completo e totale di ogni responsabilità. Il giornale titola “cause imprevedibili”. È allucinante. Vuol dire che un tetto può cadere in testa ai nostri figli quando meno te l’aspetti e non si può evitare, come non puoi evitare che ti colga un fulmine. La Provincia che dice: “controlli in regola” e la Preside che tranquillizza: “aula poco usata”.
Quindi, riassumendo: la colpa è solo esclusivamente della forza di gravità che fa questo effetto strano di far cadere le cose. È imponderabile, la forza di gravità, quasi come il terremoto. Non puoi sapere dove la forza di gravità colpirà, devi rassegnarti. I controlli, del resto, sono in regola, per cui se il tetto crolla la colpa è del tetto. E se l’aula è poco usata, le possibilità che questo tetto caschi addosso a qualche ragazzo si riducono, e se proprio succede, vorrà dire che doveva succedere.
Insomma, non si è posata ancora la polvere sollevata dalle travi che si sono infrante sul pavimento che già c’è l’autoassoluzione, la corsa a sgravarsi da ogni colpa prima ancora che ci sia una perizia seria, un’indagine, uno studio per capire cosa sia effettivamente successo. Perché non è possibile capire, in poche ore, quale sia la causa del crollo, ma già si è capito che non ci sono responsabili e non ce ne saranno. In altri Paesi, l’uomo delle istituzioni che si trova di fronte a un disastro simile, oltretutto potenzialmente catastrofico, quanto meno dà le dimissioni in attesa degli esiti dell’inchiesta che di norma ci deve essere. Da noi, invece, è comunque scevro da colpe, qualsiasi cosa accada, e la poltrona non si lascia.

Luca Craia

lunedì 14 maggio 2018

Crollo ITIS: l’U.Di.Con. scrive a Provincia, Comune, Regione e Istituto e chiede chiarimenti urgenti. Il testo integrale.



Comunicato integrale

L’U.Di.Con., iscritta nell’elenco delle Associazioni dei Consumatori e degli utenti rappresentative a livello Nazionale di cui all’art. 137 del decreto legislativo 6 settembre 2005 n. 206 e membro del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU), iscritta nel Registro regionale delle associazioni dei consumatori e degli utenti delle Marche (CRCU),  espone quanto segue.
La scrivente Associazione ha appreso dagli organi di stampa del crollo di parte del soffitto della scuola in oggetto, sita in Fermo  Via Montani, 7, verificatosi nella mattina del 14/05/2018 ore 7,00/7,30 circa; in particolare si apprende che è rovinata una parte del soffitto dell’edificio, in corrispondenza delle aule scolastiche del triennio sottostanti. Il crollo della capriata, il distacco di travi in legno del soffitto, si verificava poco prima dell’ingresso a scuola degli studenti, e dunque solo fortunatamente provocava danni unicamente alla struttura.
Orbene, a seguito del su esteso crollo, si sono registrate numerose polemiche circa la manutenzione dell’edificio: in particolare i media riportano che secondo alcuni genitori vi sarebbe stata una mancata manutenzione e messa in sicurezza del tetto sopratutto dopo le ultime scosse di terremoto che ne hanno causato sicuramente l'indebolimento della struttura a danno della stabilità dell’immobile.
Ebbene, posto quanto accaduto non possono non condividersi le perplessità in ordine alla manutenzione dell’edificio, che è stata, alla luce del crollo, evidentemente insufficiente; in tale ottica, la ripresa delle attività didattiche non può che generare preoccupazione.
Alla luce di quanto esposto, l’U.Di.Con. chiede agli Enti destinatari della presente (Provincia, Comune, Regione e Istituto Montani, ndr)  l’inoltro di una nota di chiarimenti dettagliata sull’accaduto, che in particolare trasmetta i provvedimenti che giustificherebbero la ripresa delle attività scolastiche in condizioni di sicurezza e renda edotti su tutte le misure manutentive adottate ed adottande in relazione all’edificio in commento.
In ragione del carattere estremamente delicato della problematica, si resta in attesa di un riscontro tempestivo nel breve termine di sette giorni dal ricevimento della presente; diversamente la scrivente Associazione si riserva ogni ulteriore azione a tutela dei cittadini consumatori.

Crollo di Fermo – Il Comitato Nazionale Scuole Sicure scrive alle massime cariche dello Stato.


Dopo quanto accaduto a Fermo stamattina, dove il tetto dell’Istituto Montani e crollato all’interno di un’aula fortunatamente vuota, il Presidente del Comitato Nazionale Scuole Sicure, Iride Luzi, che da sempre denuncia lo stato di pericolosità della maggior parte delle scuole italiane, ha preso carta e penna e ha scritto alle massime cariche dello stato. Vi riporto, di seguito, il testo della lettera.
Dopo l'evento di oggi lunedì 14, occorso a Fermo, in un'aula dell'ITIS Montani, che ha visto crollare il tetto insistente sopra una classe, il Comitato Nazionale Scuole Sicure, chiede al primo cittadino italiano l'Ill.mo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle due cariche massime istituzionali Ill.mi Presidente della Camera dei Deputati On. Roberto Fico e Presidente del Senato della Repubblica On. Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Paolo Gentiloni, di considerare nel dovuto modo, la gravità in cui versano le scuole italiane.
Siamo certi, che, questa problematica grave e gravosa, debba essere risolta non politicamente, perché essa interessa la salute fisica e psicologica dei ragazzi e dei fanciulli di ogni età, appartenenza religiosa, culturale e sociale.
I nostri figli, sono il nostro futuro.
Non possiamo più procrastinare la soluzione di questo problema, esso deve diventare priorità! Priorità nella prevenzione e non nella emergenza.
Oggi avremmo pianto come dopo San Giuliano di Puglia, non si possono raccomandare gli scampati drammi, alla sola casualità e fortuna.
Quello di oggi è l'ennesimo momento di dolore e paura che si abbatte sopra una comunità già piegata dai terremoti infiniti degli ultimi due anni.
Non può cadere un tetto di una scuola senza ragione, e tanto meno deve succedere in un territorio in cui l'evento straordinario del terremoto è evento ordinario.
Certi che, il nostro appello accorato venga ripreso dall'intera comunità e, soprattutto, venga preso in considerazione da tutte le istituzioni e forze politiche, aspettiamo un movimento di coscienza e una presa d'atto istituzionale.

Ora attendiamo se vi saranno riscontri e sviluppi o se, quanto meno, vi sarà la presa di coscienza che il problema è molto serio e che, investendo i nostri giovani, riguarda direttamente il nostro futuro. La scuola deve essere il luogo più sicuro che esista, non il contrario.

Luca Craia