giovedì 17 maggio 2018

Milioni per il palasport? Bastano poche decine di migliaia di Euro. Perugini parla a casaccio.


Parla evidentemente a casaccio, Aronne Perugini, assessore ai lavori pubblici del Comune di Montegranaro, stimolato dalla sempre ottima Marisa Colibazzi sul Carlino di oggi. Spara le cifre a caso, denotando che non ha uno straccio di progetto né tanto meno la minima idea di cosa fare dell’orrendo scheletro di cemento armato che avrebbe dovuto essere il palasport di Montegranaro e invece è diventato il simbolo del declino di Gianni Basso. Secondo Perugini ci vogliono un sacco di soldi per sistemare la questione, milioni di Euro.
Ebbene, c’è da vedere cosa intende Perugini per mettere mano al palasport, perché le strade percorribili sono diverse e, se parliamo di milioni, mi pare di capire che l’idea di massima che ha in testa il nostro assessore sia quella di terminare l’opera. Solo in questo caso, infatti, di soldi ne occorrerebbero davvero tanti. Però va ricordato che Perugini ha sempre osteggiato il progetto di Bassoquellobasso, e a ragione. In effetti non c’è una logica nel piazzare un palasport in quel posto, attaccato alla strada, senza parcheggi, deturpando il paesaggio e senza portare alcun giovamento alla città.
Se ben ricordo, Perugini ha sempre sostenuto questa tesi, con la quale concordo in pieno, per cui non riesco a capire come oggi possa concepire di rimettere mano allo scheletro e terminare l’opera, anche in considerazione del fatto che sono anni e anni che le colonne sono scoperte, coi ferri arrugginiti, e che le normative di sicurezza sono cambiate in questi anni, per cui potrebbe essere più logico e conveniente abbattere tutto e, semmai, ripensare al palasport collocato altrove, magari proprio dove, qualche mese fa, si voleva installare un centro commerciale. Lì, effettivamente, ci sarebbe spazio e la collocazione darebbe beneficio al paese, portando finalmente gente in centro e generando economia.
Quindi, la coerenza di Perugini dovrebbe portarlo a considerare l’abbattimento dello scheletro come l’unica strada percorribile, in attesa, eventualmente, di reperire i fondi, tanti, necessari per la costruzione di un palasport a Montegranaro. Ma abbattere lo scheletro non costa certo milioni, al massimo costerà qualche decina di migliaia di Euro, cosa ben diversa. E sarebbero soldi ben spesi, considerando che l’area del Campo Sportivo La Croce è assiduamente frequentata dai Montegranaresi e una sua rivalutazione, passando dall’abbattimento dello scheletro e alla successiva rinaturalizzazione dell’area, sarebbe un ottimo servizio per Montegranaro. Ma, se si spendono 700 mila Euro per una tensostruttura pressochè inutile per la città e per di più sprofondata nelle campagne sotto San Liborio, sarà difficile reperire anche i pochi spiccioli necessari per rimuovere le colonne arrugginite del Mausoleo di Bassoquellobasso.

Luca Craia

Grillo cucina l’Italia e ci dice che siamo cotti.


Ho guardato con grande raccapriccio, lo confesso, la scenetta da cabaret di Beppe Grillo in versione cuoco (penta)stellato. Il raccapriccio non è dovuto, di per sé, allo sketch, anche se il comico genovese una volta era più efficace, almeno nell’arte di far ridere, ma per il fatto che, in realtà, non si volesse far ridere. L’apparizione di Grillo è un messaggio politico e come tale è stato da tutti interpretato. Non entro nemmeno nel merito del messaggio, che potrebbe anche essere condivisibile. Mi fermo alla forma, perché anche la forma ha la sua importanza.
La forma è turpe, irrispettosa delle Istituzioni alle quali ci si rivolge, irrispettosa dei cittadini che ascoltano e guardano, irrispettosa del Paese che, sinceramente, nonostante tutto credo meriti qualcosa di più. La politica deve rappresentare il meglio del Paese, non la media del suo livello culturale, non i suoi profondi mal di pancia. La politica deve interpretarli, i mal di pancia, ma non deve far sentire la digestione del Popolo, il meteorismo che ne consegue. Non si può fare politica col turpiloquio ma non si può nemmeno farla con le scenette.
Sono antico, forse, probabilmente superato, ma ritengo ancora che il rispetto della forma, dei ruoli, dell’interlocutore siano importanti, come importanti sono le parole, i vocaboli, il modo di esprimersi quando si tende a occuparsi della cosa pubblica. Perché occuparsi della cosa pubblica è una missione altissimi e altissima deve essere anche nella forma, oltre che nella sostanza. E se cediamo alla forma, non possiamo aspettarci nulla di buono dalla sostanza, con tutti i buoni propositi che possiamo avere.

Luca Craia

mercoledì 16 maggio 2018

HOTEL HOUSE: APPROVATA RISOLUZIONE CONGIUNTA – L'APPORTO DI FRATELLI D'ITALIA


ELENA LEONARDI: INSERITA LA RICHIESTA DI POTENZIAMENTO DELLA CASERMA DEI CARABINIERI E IL RICORSO ALL'ESERCITO CON "STRADE SICURE".

Comunicato integrale

Approvata ieri in Consiglio Regionale una risoluzione a firma Rapa, Leonardi, Pieroni, sulla richiesta, ai competenti Ministeri di un potenziamento stabile delle Forze dell'Ordine a Porto Recanati.
L'atto accorpa due proposte che evidenziano nelle premesse la situazione di illegalità legata alla presenza del complesso dell'Hotel House il quale è di nuovo salito negativamente agli onori della cronaca per il ritrovamento di una sorta di “pozzo degli orrori” ove sono stati rinvenuti resti umani e la situazione si è fatta ancora più "incandescente" evidenziata dai continui blitz delle forze dell'ordine per la confisca di droga, arresti, contrasto a criminalità più o meno organizzata.
Per la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, la riqualificazione dell'area non può essere limitata al solo concetto di recupero urbanistico ma occorre un serio intervento di ripristino della legalità considerato il proliferare della criminalità soprattutto legata al commercio di droga e alla contraffazione. Non solo: Leonardi ricorda che dei circa 2000 inquilini questi sono solo quelli “censiti”, il palazzo ospiterebbe, come la cronaca spesso ci aggiorna, anche immigrati clandestini e rischi di integralismo con conseguenti potenziali pericoli di terrorismo.
La rappresentante del partito della Meloni ricorda che il focalizzare l'attenzione solo sulla situazione “fisica” dell'edificio e non sul contrasto alla criminalità comune e a quella organizzata, risulta un palliativo che non risolve i gravi problemi di legalità che il territorio sta esponenzialmente subendo.
Ben venga pertanto l'atto votato oggi perché in esso si chiede alla Giunta Regionale di intervenire presso la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell'Interno al fine di richiedere un presidio permanente delle Forze dell'Ordine presso l'Hotel House a Porto Recanati così da avere un controllo continuo delle persone residenti e degli accessi al complesso per garantire sicurezza e legalità.
Un altro contributo fondamentale apportato dalla Leonardi è quello della richiesta di attivazione della procedura per la definizione di un nuovo “Patto per la Sicurezza”, che porti ad un rafforzamento stabile degli organici delle forze dell'ordine come ad esempio attraverso l'elevazione della caserma dei Carabinieri a Tenenza, da stipularsi efficacemente tra Ministero dell'Interno, Regione Marche, Comune di Porto Recanati e altri enti locali.
In quest'ottica va anche l'altro provvedimento inserito dalla Leonardi: il supporto al ricorso all'uso dell'Esercito sul territorio attraverso l'operazione "Strade Sicure", misura condivisa anche dal Comune di Porto Recanati che ha recentemente votato una mozione su questa linea. "Attraverso le conoscenze maturate sulla problematica ho voluto dare un contributo fattivo – afferma la Leonardi – ad un problema di sicurezza e legalità come quello che ruota attorno all'Hotel House, ma non solo. Ricorda la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia: un rafforzamento stabile delle Forze dell'Ordine e la presenza di pattuglie in orario notturno potranno garantire un più efficace controllo di tutto il territorio. Sappiamo bene – continua la rappresentante del partito della Meloni – come certa delinquenza tende a spostarsi quando sotto pressione di controlli operativi sistematici da parte delle Forze dell'Ordine: la situazione del River Village ne è un esempio concreto.
Spiace dover constatare – conclude Elena Leonardi – che certe richieste ed azioni siano state avanzate dalla Regione quando chi la dirige ha avuto un filo diretto col Governo Nazionale, tanto da pensare di far candidare il Ministro Minniti proprio nelle Marche ma non di farlo intervenire per un problema che oggi tutti dichiarano che vada affrontato in sede nazionale.