venerdì 1 giugno 2018

SITUAZIONE PENITENZIARI MARCHIGIANI: SOLIDARIETA’ AGLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA DA PARTE DI FRATELLI D’ITALIA

ELENA LEONARDI: ANCORA DISATTESA LA MOZIONE DI UN ANNO FA RELATIVA ALLA RICHIESTA DI MISURE  AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA.



Comunicato integrale
 
Ancora inascoltato l’atto approvato all’unanimità un anno fa dal Consiglio regionale sulla situazione delle carceri marchigiane – lo afferma la capogruppo di Fratelli d’Italia Elena Leonardi – che oggi sta evidentemente peggiorando.
L’aggressione di ieri da parte di una detenuta verso una poliziotta penitenziaria a Pesaro e la protesta degli agenti penitenziari al carcere di Montacuto evidenziano una criticità quasi esplosiva.
Fratelli d’Italia, ricorda la Leonardi, è da sempre attiva anche a livello parlamentare, con norme e con risoluzioni che intendono dare maggiori garanzie a chi lavora negli istituti penitenziari. Agenti che sono in numero sottodimensionato, costretti a turni sfiancanti, a saltare risposi e a rischiare la vita per l’aumento del numero dei detenuti stessi. Organizzazione e sicurezza sono parole d’ordine che il nuovo governo dovrebbe mettere in pratica, Fratelli d’Italia, vigilerà su questo, facendosi promotore, come ha fatto in questi anni l’onorevole Cirielli, il quale ha anche richiesto una Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle responsabilità del mancato adeguamento degli istituti penitenziari e del sovraffollamento delle carceri. La Leonardi ricorda le diverse visite fatte agli istituti penitenziari marchigiani e la visita, fatta proprio assieme a Cirielli, al carcere di Pesaro ed il suo emendamento, approvato in consiglio regionale, affinchè fosse dato più  riguardo alle criticità del sistema di vigilanza e sorveglianza.
Leonardi insiste sulla necessità del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro all’interno degli istituti penitenziari delle Marche e della necessità di maggiori tutele per gli agenti all'interno delle carceri. Tra le misure summenzionate non possono ovviamente essere considerate come soluzioni i provvedimenti volti ad introdurre e promuovere azioni di amnistia ed indulto alle quali Fratelli d’Italia è da sempre fortemente contraria.  

Montegranaro nel degrado. Ora lo dicono anche i giornali. Ma l’assessore che fa?


Questo blog e la sua pagina Facebook da anni testimoniano, pubblicando quotidianamente le numerosissime segnalazioni fotografiche dei lettori, lo stato di progressivo deterioramento ambientale di Montegranaro: erbacce, aree in pieno degrado, mancate manutenzioni, accordi non rispettati. Ci sono zone del paese, specie con la bella stagione, che si trasformano in autentiche selve. C’è sporcizia, ci sono topi, non si fanno le manutenzioni più elementari, siamo a giugno e, anche quest’anno, ancora nessun trattamento anti-zanzara.
Ora se ne sono accorti anche i giornali, persino quelli estremamente amichevoli con il Comune.
Da un paio di giorni circola la notizia che la zona “Brodolini” è in pieno degrado. Vero, lo sappiamo bene e ce ne siamo già occupati. Così come ci occupiamo del resto del paese, che non sta messo meglio. Ma, se L’Ape Ronza è cattivo, se questo blog non è obiettivo come si dice ripetutamente in piazza Mazzini, non si può dire, credo, la stessa cosa dei giornali. Quindi un problema c’è ed è anche più serio di quello che viene rappresentato dalla stampa. E si sa da tempo.
Solo che l’assessore competente non se ne occupa. Roberto Basso, assessore all’ambiente, sembra in tutt’altre faccende affaccendato. Lo sembra sempre, tutto l’anno ma, quando arriva Veregra Street, il nostro diventa l’assessore del festival e sparisce per tutto il resto. Io credo che l’assessore debba fare una scelta: se proprio non gli piace il suo assessorato, e lo deduciamo dalla sua evanescenza, faccia a cambio con qualcun altro. Scommetto che Beverati, assessore alla cultura, non disdegnerebbe scambiare il suo ruolo con quello del giovane ingegnere. Ah, già, poi c’è compresa la grana del centro storico, e quella non la vuole nessuno. Allora non resta che impegnarsi: caro Assessore, che non ti piaccia l’ambiente lo abbiamo capito, ma è rimasto così poco prima delle elezioni, mettici un po’ di impegno.

Luca Craia

Mattarella ha capito il suo errore. Ora si dimetta. Il rapporto di fiducia con gli Italiani si è rotto.

Mattarella ha sbagliato. Forse ha sbagliato da un punto di vista costituzionale, sicuramente ha sbagliato da un punto di vista politico. Mattarella è venuto meno al suo ruolo di garante della Costituzione e ha prevaricato i suoi compiti ma, soprattutto, Mattarella ha esposto l’Italia al pericolo di ingovernabilità e alle conseguenti speculazioni dei mercati che sono costate al Paese e ai risparmiatori milioni di Euro.
Poi Mattarella è rinsavito: ha capito il suo errore, è tornato sui suoi passi e ha risolto. Ma l’errore rimane, sta lì chiaro e lampante e il sostanziale ed evidente dietrofront del Presidente della Repubblica non fa altro che testimoniare che l’errore ci sia stato e sia stato pure grosso. Ora è risolto, ma i danni ci sono stati. Soprattutto si è danneggiata, credo irrimediabilmente, la fiducia che il Popolo Italiano - tutto, non solo una parte -  dovrebbe nutrire incondizionatamente nei confronti del Capo dello Stato.
Per questo motivo credo che siano necessarie le dimissioni di Sergio Mattarella. Per i motivi di cui sopra, primo fra tutti l’incrinamento del rapporto di fiducia con gli Italiani. Non credo che qualcuno le chiederà: Di Maio ha appena fatto pace, dopo l’esagerazione della richiesta di messa in stato di accusa, Salvini credo sia contento come sta e certamente le attuali opposizioni non andranno contro l’unico rappresentante istituzionale che gli è rimasto. Ma le responsabilità rimangono, e le conosciamo tutti, anche chi farà finta che non esistano.

Luca Craia

Durc irregolare e lo Stato ti rovina. Succede a Fermo (ma un po’ dappertutto)


Eccolo lo Stato italiano, quello che sostiene i cittadini e li aiuta in questa fase congiunturale terribile, quello lungimirante, che sa che, per far ripartire l’economia, deve partire dagli spiccioli, dal basso, dal dare la possibilità alla gente di campare. Quello che succede a Fermo, riportato stamattina dal Corriere Adriatico, è raccapricciante eppure di una normalità assurda e inaccettabile. Un commerciante ambulante risulta non essere in regola col DURC, che poi sarebbe il certificato che attesta la regolarità dei tuoi adempimenti fiscali, prima fra tutti con l’amichevole INPS e, per questo motivo, il Comune di Fermo lo minaccia di revocargli lo stallo al mercato, il suo posto, il luogo dove lavora e dove cerca di produrre quei soldi che serviranno a pagare quelle rate in cui è rimasto indietro.
È facile non essere in regola col DURC, basta non pagare una rata o due dei contributi fissi, quelli che lo Stato vuole comunque, sia che guadagni sia che non guadagni. Ed è facile non pagare una rata o due, è facile, in questo momento particolare, che non si guadagni, che ci siano periodi di magra. Il commerciante non è come chi scrive le leggi, che a fine mese ha il suo corposo stipendio accreditato sul conto corrente. Il commerciante non ha nemmeno la certezza se, a fine mese, gli rimarrà qualcosa in tasca, una volta pagate le spese e i vari cappi imposti da Stato e Comuni.
Il commerciante, di solito, ci prova a pagare tutto, anche perché, se non paghi e sei italiano, in regola con tutte le iscrizioni e paghi regolarmente le tasse, non sfuggi alle maglie del fisco, non è come per certe aziende gestite da stranieri, per esempio Cinesi, che on pagano nulla, chiudono una volta ogni due anni e il fisco non ne ha traccia. Il commerciante italiano, ditta individuale, codice fiscale personale, non può che essere in regola e se salta una rata dell’INPS lo Stato non perdona.
Lo Stato, anziché aiutarti, darti modo di tornare in paro, sostenerti nel momento di difficoltà per fare in modo che tu torni a essere un contribuente efficiente e regolare, ti sega le gambe, ti ammazza commercialmente e anche un po’ umanamente, peggio di uno strozzino. Quello Stato che col Cinese chiude un occhio, spesso anche tutti e due, con l’Italiano è implacabile, gli toglie la possibilità di riprendersi. È un comportamento assurdo, oltre che disumano; è un comportamento che, oltre a massacrare il cittadino, è autolesionista per le casse dello stato perché in questo modo quel commerciante, quel cittadino, non produrrà più ricchezza e non pagherà più le tasse. Così non si esce dalla crisi, così non si sostiene il popolo, così si sprofonda e basta.

Luca Craia