C’è un minimo di giocate annue da raccogliere, per
poter mantenere il contratto con i Monopoli di Stato (si badi bene, di Stato,
Stato lo sottolineo) della propria ricevitoria. Se non si raggiunge la cifra di
20.658,28 Euro, il Monopolio si riprende tutto: licenza, macchinetta,
possibilità di lavorare. E non è che glie ne freghi qualcosa se c’è stato il
terremoto, due anni fa, che sei stato chiuso, se l’utenza si è ridotta da
morire, se questa è la tua sola possibilità di continuare a campare nella tua
terra, a casa tua. Il Monopolio ragiona come una macchina, con il sistema binario:
produci-resti, non produci-te ne vai. E questo accade davvero, mica è una
barzelletta. Accade nel cratere, non vi dico esattamente dove per non mettere
in difficoltà il protagonista di questa storia che, comunque, sarà graziato
dagli stessi Monopoli, bontà loro, perché in quel Comune, tolta quella
ricevitoria, non ce ne sarebbero altre, quindi prima si revoca e poi,
magnanimamente, si concede la possibilità di campare.
Altra storia, anche peggiore, altra profonda
tristezza: qui siamo a Fiastra dove, dopo il terremoto, un commerciante ha
trasferito il proprio bar e tabacchi in un container. Pensando positivamente,
con l’arrivo della bella stagione e la speranza che vengano turisti, il nostro
commerciante ha pensato di costruire una pensilina prefabbricata, del tutto
removibile, in modo da dare un miglior servizio alla clientela. Per farlo,
volendo essere nel pieno rispetto delle regole, ha fatto tutte le domande del
caso con i modelli del caso agli uffici del caso. La stagione è già cominciata
ma nessuno ha ancora risposto.
Tutto questo per dire come vanno le cose col
terremoto, perché il problema è senz’altro la ricostruzione che non parte ma,
anche la ricostruzione del tessuto sociale, dell’economia, di quei motivi che
fanno dire a un terremotato “resto” anziché “vado via” è ben lungi dall’essere
in atto. E forse è proprio quello che si vuole.
Luca Craia