giovedì 7 giugno 2018

Il Senatore si offende e chiede provvedimenti al datore di lavoro.


A dare la notizia è Picchio News: è apparsa su Facebook l’immagine di un carro funebre con stampato sulla bara il logo del PD. Fin qui, tutto sommato, siamo nell’ambito dello sfottò, per quanto di cattivo gusto. Ma la didascalia della foto riporta: “(…) avrei una gran voglia di andare col carro funebre davanti casa del sedicente Senatore Morgoni”.  Un commento odioso, inqualificabile, davvero vergognoso, che attesta quanto il dibattito politico, in questo Paese, sia scaduto in maniera abnorme.
Da qui l’intervento, nei commenti, di un noto medico maceratese che, come egli stesso ha avuto modo di dichiarare, inorridito a sua volta da quelle parole, cercava di placare gli animi cercando, a sua volta, di dare un’interpretazione più pacifica alla frase di didascalia alla foto: “(…) non ti lasciar prendere dalla rabbia, godi del fatto che noi viviamo e lavoriamo e rappresentiamo un mondo di gente per bene che non ha bisogno di prostrarsi al politico di turno per essere qualcuno. Lasciali fare, si chiamano senatori ma non sono nessuno, sono già morti non essendo capaci di vita propria, poi hanno il dolore alla schiena per le ore passate a inchinarsi”.
Il commento, come si legge, è comunque fortemente critico verso una certa classe politica, ma riporta la discussione su un binario comunque più civile. Ma sembra non sia piaciuto al Senatore Morgoni che non se l’è presa più di tanto per la questione del carro funebre ma ha preferito scagliarsi contro il commento del dottore. Infatti, sul suo profilo personale, il Senatore giustamente rileva quanto sia riprovevole il post in questione e lo condanna in maniera decisa, ma poi se la prende con quello del medico maceratese: “quello che in realtà mi sconcerta è che sotto questi messaggi un professionista come il dottor (omissis), dipendente e quindi stipendiato da un’azienda pubblica si lasci andare a considerazioni tanto meschine da sembrarmi inconciliabili con l’esercizio di una funzione pubblica. Visto che non è in grado di adottare un contegno decoroso, spero che l’azienda pubblica per la quale lavora lo richiami a comportamenti pubblici consoni al suo ruolo e alla sua responsabilità”.
Per spiegare la sua reazione, Morgoni ha dichiarato a Picchio News: “Ho provveduto ad interessare l'Asur Marche dei contenuti del commento, affinchè si faccia chiarezza sull'opportunità che un professionista dipendente di una azienda pubblica si lasci andare ad affermazioni di questo tipo su un social network”. Potete leggere l’intero articolo a questo link (https://picchionews.it/politica/insulti-su-facebook-il-senatore-morgoni-sbotta-adesso-basta-si-prendano-provvedimenti).
Faccio solo una considerazione, per la quale poi ho pensato fosse giusto dare rilievo a questa cosa sul mio blog: io capisco perfettamente come possa sentirsi il Senatore Morgoni nell’essere oggetto di attacchi insensati e vergognosi come quello del carro funebre; capisco anche che, nella ridda degli odiatori da social network si possa fare di tutte le erbe un fascio, non riconoscendo più quale sia una critica legittima per quanto dura rispetto all’insulto censurabile. Però non capisco la reazione e, soprattutto, il rivolgersi al datore di lavoro perché si prendano provvedimenti. Ho già chiesto pubblicamente al Senatore cosa si aspetta come provvedimento dalla ASUR, ma le sue risposte non hanno soddisfatto il mio quesito. Io credo che, comunque, con questo clima, la politica stia declinando verso una barbarie mai vista. Occorre che chi ha più senso di responsabilità lo dimostri e cerchi in tutti i modi di riportare il dibattito nel contesto civile e rispettoso della normale dialettica, piuttosto che cedere al nervosismo e cercare qualcosa che sembra più una vendetta che altro.

Luca Craia

martedì 5 giugno 2018

Scuole di Specializzazione di area sanitaria per “i non medici” : passa la Risoluzione Regionale a firma congiunta Leonardi – Volpini.


Elena Leonardi: soddisfazione per il riconoscimento del lavoro e dei diritti dei biologi dell'area non medica

Comunicato integrale

Approvata oggi in Consiglio Regionale una Risoluzione a firma congiunta di Elena Leonardi e Fabrizio Volpini, rispettivamente Vicepresidente e Presidente della Commissione regionale alla Sanità. L'atto originario, proposto dalla Leonardi, di Fratelli d'Italia, era motivato dal fatto che quella Politecnica delle Marche risulta una delle Università italiane che non hanno ancora attivato l'iter per l'avvio delle Scuole di Specializzazione per i corsi di “Microbiologia e Virologia”, “Patologia Clinica e Biochimica Clinica”, “Genetica Medica”, “Farmacologia e Tossicologia Clinica”, “Scienza dell'alimentazione” e “Statistica sanitaria e Biometria” per la cosiddetta "area non medica".
La Leonardi spiega il fatto evidenziando come tale mancata attivazione sta creando disagi ed aggravi di costi a coloro che si vedono privati della possibilità di dovere effettuare questi corsi nel territorio regionale, tanto da dover rinunciare a completare il proprio percorso formativo o da doversi recare fuori regione presso quelle Università che hanno già attivato tali corsi.
Il blocco dell'attivazione delle scuole di specializzazione nei confronti dei soggetti “non medici” - continua la rappresentante del partito della Meloni - sta arrecando danno ai tanti giovani biologi che hanno sempre sognato di poter lavorare nei laboratori del sistema sanitario nazionale.
Ringrazio il Presidente Volpini – prosegue Leonardi – per il suo diretto interessamento e per l'impegno preso con il Rettore nel verificare la situazione attuale di questi corsi. La risposta dell'Ateneo ha evidenziato la disponibilità ad una apertura in tal senso per i corsi che attualmente sono solamente attivati per l'area medica, tanto da poter così inserire nella Risoluzione stessa un preciso impegno della Regione a stipulare un'intesa tra Università e Giunta Regionale Marche al fine di disciplinare, anche a livello di trattamento economico, il regime degli specializzandi dell'area “non medica”.
La medesima Risoluzione chiede al contempo di prevedere, nei successivi anni accademici, anche l'attivazione dei corsi di specializzazione in “Genetica Medica” e “Farmacologia e Tossicologia Clinica”.
Accolto pertanto, conclude la Leonardi, l'appello anche dell'Ordine Nazionale dei Biologi lanciato al fine di sbloccare una situazione che sbarra la strada lavorativa e l'accesso ai concorsi pubblici a molti biologi laureati della cosiddetta area "non medica".

Assegnate le prime Bandiera Lilla in 17 Comuni d'Italia:neanche uno della Regione Marche


Marzia Malaigia: " la Giunta regionale promette ma non mantiene..."
Comunicato integrale
 
L'amministrazione Ceriscioli ha sempre dichiarato di puntare soprattutto sul turismo e sulla cultura per il rilancio della nostra Regione, anche aderendo ormai due anni fa al progetto 'Bandiera Lilla' . Un proclama senza ogni ombra di dubbio apprezzabile, se non fosse poi che all'impegno formale non corrispondano i fatti...."Il progetto 'Bandiera Lilla' - spiega il consigliere della Lega, Marzia Malaigia - è nato nel 2012 con l'obiettivo di favorire il turismo da parte di persone con disabilità, premiando e supportando quei Comuni che prestano una particolare attenzione a questo target turistico. L'iniziativa è stata accolta con grande interesse anche dalla nostra Regione approvando all'unanimità il 6 dicembre del 2016 una mozione che impegnava la Giunta ad aderire al progetto. Ebbene, i Comuni premiati fino ad oggi sono 17, di 7 regioni diverse e specificamente Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna e Sicilia...tra queste, è evidente, non compaiono le Marche. "Spiace constatare che nella risposta ricevuta oggi dall'Assessore Pieroni alla mia interrogazione sullo stato di attuazione della sopracitata mozione– continua la Malaigia-, sia emersa la totale inadempienza nei confronti del sostegno e della promozione che gli uffici regionali preposti, avrebbero dovuto attuare, affinche i Comuni della nostra Regione fossero messi in condizioni di conoscere e partecipare alla assegnazione della Bandiera Lilla. E mi permetto di dire che cio' non è dovuto allo scarso interesse da parte delle nostre Amministrazioni Comunali. Ho infatti avuto modo di raccogliere l'istanza di un Sindaco che a fronte di un'attestazione di particolare attenzione e sensibilità verso il turismo da parte di persone con disabilità, non ha avuto la possibilità di richiedere l'assegnazione del riconoscimento in quanto gli uffici non erano organizzati né c erano referenti a cui poter indirizzare le richieste. Voglio ricordare che il Progetto è solo un pungolo per migliorare l'esistente, fornendo soprattutto informazioni e supporto. La Regione deve adempiere al compito fondamentale di informare, sostenere e promuovere un turismo accessibile a tutti. Deve dare avvio a una rete di lavoro,regionale comunale o intercomunale, a favore dell'accessibilità turistica che va a vantaggio anche delle persone, con disabilità e non, residenti sul territorio. Deve assicurare un supporto ai Comuni che vogliono ottenere il riconoscimento attraverso l'indicazione di iniziative realizzabili e di modalità di accesso a fondi di finanziamento pubblico nazionale ed europeo. Deve fornire un costante sostegno alla promozione dei servizi offerti dai Comuni, attraverso una capillare diffusione delle informazioni sui canali preferenziali dei potenziali utenti. La Regione dovrebbe essere un supporto per favorire l'incrocio tra la domanda di turismo accessibile o inclusivo e l'offerta dei nostri Comuni e delle strutture ricettive del loro territorio. È, infine una scelta di marketing ben precisa, rivolta a un mercato che, solo per la disabilità motoria, supera tra Europa e Stati Uniti i 30 milioni di potenziali utenti. Voglio infine sottolineare – conclude la Malaigia - in merito al progetto proposto dall'Assessore Pieroni sull'"assistenza medica al disabile in vacanza", che l'assistenza medica dovrebbe essere comunque sempre garantita e che non si tratta semplicemente di sollevare la famiglia di " un carico"; si tratta invece di consentire al disabile stesso di trascorrere un periodo di vacanza, potendo scegliere tra una varietà di proposte accessibili. E' proprio questo il fandamento della Bandiera Lilla: promuovere una nuova cultura di accessibilità,di qualità dell’accoglienza per tutti,  nel rispetto della convenzione ONU sui diritti dei disabili, alla quale anche la Regione Marche ha aderito.